Ogni tre giorni una donna è stata uccisa, il bilancio della polizia: nel 2021 più femmicidi e omicidi

116 donne nel 2021, 6 in più dell’anno precedente: 100 di loro sono morte per mano di mariti, partner, ex o famigliari

Resta sostanzialmente stabile il numero degli omicidi in Italia. Tranne nel caso in cui a morire è una donna: i femminicidi sono in crescita, con una donna ammazzata ogni tre giorni – anzi, anche meno – principalmente per mano del marito, del partner o dell’ex in più della metà dei casi, a volte di altri famigliari, assai più raramente da sconosciuti (nel 13% dei casi). A confermare quella che è la sensazione terribile che emerge dalle cronache quotidiane del paese è il consuntivo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza diffuso oggi. «Per quanto riguarda il più grave dei reati, vale a dire l’omicidio nel 2021 si conferma la tendenza generale: i dati aggiornati al 26 dicembre di quest’anno fanno registrare 289 omicidi, 4 persone decedute in più dell’anno scorso, ma 25 in meno del 2019 (epoca pre- pandemia)», si legge. «Cresce invece l’incidenza percentuale sul totale degli omicidi delle donne uccise: 116 vittime nel 2021 (erano 110 nel 2019), di cui 100 uccise in ambito familiare/affettivo (erano 93 nel 2019); di queste ultime, 68 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (erano 67 nel 2019)». In aumento nei primi 9 mesi dell’anno anche gli atti intimidatori e le minacce nei confronti di giornalisti e amministratori locali: 541 sono gli atti intimidatori registrati all’indirizzo di amministratori locali, il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, dei quali 278 nei confronti di sindaci. 156 sono quelli verso giornalisti e giornaliste, «il 21% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, di cui 74 via social network».


L’allarme

Nel frattempo il procuratore di Tivoli Francesco Menditto lancia l’allarme su un difetto di coordinamento che sarebbe insito nelle nuove norme sulla «presunzione di innocenza» volute dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Menditto parla del rischio «di rimettere in libertà – dopo il giudizio per direttissima – persone fermate in flagranza di reato, compresi i casi di indagati per violenza contro le donne sorpresi a violare il divieto di avvicinamento». Il procuratore, in tema di «prevenzione dei femminicidi» spiega di aver ritenuto «doveroso non limitarsi ad applicare formalisticamente le norme» e di aver chiesto e ottenuto l’immediato arresto per due indagati per stalking e maltrattamenti, liberati proprio dopo il rito rapido.


In copertina ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO | Minuto di silenzio per ricordare la collega della città della salute Brigida De Maio, vittima di femminicidio presso il cortile dell’ingresso principale dell’ospedale Molinette, Torino, 18 settembre 2019

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