Germania, il marito della ministra degli Esteri lascia il lavoro per accudire le figlie

Il pregiudizio verso le madri in carriera è ancora forte anche in Germania. E le pari opportunità sono lontane

Detto, fatto. «Se accetto un posto di governo, è abbastanza chiaro che mio marito non continuerà il suo lavoro». E così è stato: Daniel Holefleisch, 48 anni e coniuge della co-leader dei Verdi tedeschi Annalena Baerbock, ha lasciato il lavoro di manager della comunicazione istituzionale delle poste tedesche, Deutsche Post. Lo racconta oggi il Corriere della Sera. Baerbock, 41 anni, è oggi la prima donna ministra degli Esteri in Germania. La coppia è sposata da 14 anni e ha due figlie di 10 e 6 anni. «Mio marito si assume tutta la responsabilità e il lavoro in casa. È quello che si occupa principalmente dell’asilo, della scuola, dei compiti e delle merende. Già negli ultimi anni ha ridotto le sue ore di lavoro perché spesso esco di casa presto e torno tardi la sera», racconta la ministra. Che con le sue figlie ha un patto, spiega. «Voglio che sappiano dove sono quando non sono in casa». Baerbock ha raccontato anche che Daniel aveva diritto di veto sulla sua candidatura: «Cambia anche tutta la nostra vita familiare».


È la stessa stampa tedesca a far notare come «la divisione tradizionale dei ruoli sia ancora lo standard nella società tedesca». Anche il marito della ministra della Famiglia, Anne Spiegel, anche lei dei Verdi e coetanea della collega agli Esteri, si occupa dei loro quattro figli. Ma, si legge ancora sul Corriere, per esempio l’ex cancelliera Angela Merkel, non ha figli. Mentre Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue e madre di sette figli, ha parlato di «coscienza sporca» per essere andata avanti nella sua carriera. Certo, col marito – che pure ha continuato nella sua di carriera – sono ricorsi a «un aiuto» esterno. Il che solleva il tema del reddito, naturalmente. Von der Leyen nel 2007, da ministra della Famiglia nel primo governo Merkel, era stata la fautrice – anche superando i dubbi della sua Cdu – di un congedo parentale condiviso tra genitori: un anno e due mesi in tutto tra mamma e papà con due facoltativi riservati per gli uomini.


Ma lo stigma, si legge ancora, non accenna a passare. Secondo una ricerca dell’Istituto dell’economia tedesca il 69% circa delle mamme in Germania non lavora: a sceglierlo, però, è stato solo il 27%. Secondo altri dati, dopo dieci anni dalla nascita del primogenito una donna tedesca porta a casa il 61% in meno rispetto a un anno prima del parto: si lascia il lavoro o si passa part time. Una delle ultime leggi approvate dall’ultimo governo Merkel vedrà nel 2026 l’entrata in vigore di 8 ore di assistenza quotidiane per i bambini alle elementari tra scuola e doposcuola.

In copertina EPA/HENNING SCHACHT | Annalena Baerbock e suo marito Daniel Holefleisch votano per le elezioni generali, a Potsdam, in Germania, 26 settembre 2021.

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