Aggressioni in Duomo, la procura: «Arrivano tante nuove denunce». Il pm sugli arrestati: «Sono stati loro a dare il via»

Secondo gli inquirenti l 18enne milanese e il 21enne torinese sarebbero stati i primi ad avvicinare le vittime, e avrebbero incitato gli altri giovani del branco a mettere in atto le aggressioni e violenze sessuali di gruppo

Continua a crescere il numero di giovani vittime di aggressioni e molestie avvenute nella notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano. La Procura del capoluogo lombardo, negli ultimi giorni, sta ricevendo numerose segnalazioni da parte di altre giovani che denunciano di essere state vittime di aggressione nella notte di San Silvestro. Nelle ultime ore la Procura meneghina ha acquisito un ulteriore video in cui due giovani ragazze hanno denunciato di aver subìto violenze da parte di un gruppo di giovani. Secondo le testimonianze di alcune ragazze aggredite, tra cui le nove ragazze che hanno già sporto denuncia, il branco il gruppo era composto da «40-50 persone». Intanto le indagini proseguono. Gli investigatori sono infatti al lavoro per riuscire a risalire all’identità di ulteriori presunti responsabili delle violenze avvenute in Duomo, attraverso accertamenti specifici, incrociando le analisi delle immagini e la raccolta di verbali per individuare anche le diverse responsabilità dei giovani aggressori. Finora le indagini hanno portato alla perquisizione delle abitazioni di 18 persone e al fermo di due giovani, un 18enne di Milano e un 21enne di Torino.


Domani 14 gennaio è attesa la decisione della gip di Milano sulla richiesta di convalida del fermo e sulla conferma della misura cautelare del carcere per il 18enne milanese arrestato, che attualmente si trova nel carcere di San Vittore. Il giovane, durante l’interrogatorio, si è difeso dicendo di non aver mai toccato le ragazze aggredite. Ma secondo la ricostruzione del pm Alessia Menegazzo e dell’Aggiunto Letizia Mannella proprio i due giovani arrestati avrebbero dato il via alle violenze contro almeno sei delle nove vittime finora accertate, «incitando» gli altri giovani del branco a mettere in atto le violenze sessuali di gruppo e replicando di volta in volta lo stesso «modus operandi», la stessa tecnica. Come emerge dal decreto di fermo, il 18enne milanese e il 21enne torinese sarebbero stati i primi ad avvicinare le giovani vittime di molestie, per poi essere raggiunti da altri membri del branco che avrebbero accerchiato le giovani per derubarle e molestarle. Secondo quanto emerso dagli interrogatori, due delle nove vittime di violenza, durante l’aggressione hanno tentato di tenersi per mano per proteggersi e di allontanare il branco. Ma gli aggressori le avrebbero divise per abusarne, mentre altri giovani facevano da muro facendo finta di festeggiare in gruppo, per nascondere quanto stava succedendo in mezzo alla calca.


Foto in copertina: ANSA/ ALANEWS

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