Truffe, mazzette e raccomandate ignorate: tutti i trucchi per evitare il vaccino e lo stop al lavoro

Si apre un altro fronte oltre a quello dei No vax: quello dei lavoratori sottoposti all’obbligo e degli espedienti per non immunizzarsi. Le tecniche per aggirare le leggi

Non solo bracci in silicone. Il campionario delle truffe di chi vuole evitare il vaccino si fa ogni giorno più variegato. E se c’è chi prova ad aggirare le regole per avere il Green pass usando le tessere sanitarie, anche i tentativi di corruzione entrano nel computo. Ma oltre al fronte dei No vax che non vogliono il vaccino, se ne è aperto un altro. Quello delle categorie sottoposte all’obbligo. In particolare il personale della scuola. Che ha affinato varie tecniche per aggirarlo: «Non ritirare avvisi di raccomandata – elenca con La Stampa oggi Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma -, bloccare la propria mail, non rispondere al telefono. Oppure far scrivere diffide tremendissime da avvocati che minacciano denunce e tribunali, comunicare malattie, ricorrere alla legge 104 per assistere i parenti, dichiarare appuntamento per il vaccino e poi naturalmente disdirlo. La fantasia sanitaria al potere».


La fantasia al potere

Tra docenti e personale Ata attualmente soltanto il 4% non è vaccinato. Ma anche se il numero totale è basso, sono abbastanza per mettere in difficoltà gli istituti. Come? Attraverso una serie di tecniche e tattiche suggerite probabilmente dagli avvocati. La prima è il mancato ritiro della raccomandata che annuncia il provvedimento di sospensione. Che si attiva quando non risulta la vaccinazione dell’assunto. Tramite, appunto, raccomandata. Che però non viene ritirata, come si fa quando non si intendono pagare le multe o gli avvisi di pagamento. Segue, di solito, il passaggio in malattia del docente o del bidello. Che lascia la scuola alla ricerca di un sostituto. Una strategia che sta dando i suoi frutti.


Lo ha raccontato ieri all’agenzia di stampa Ansa il presidente dei presidi toscani Alessandro Artini: «Se sono assenti gli Ata li posso nominare dopo 30 giorni quindi rimango un mese senza, mentre i docenti li posso nominare subito, ma se un docente No Vax si vaccina ha immediatamente il diritto di rientrare in servizio. Quindi se ho preso un supplente sono costretto a licenziarlo. E questo i supplenti lo sanno, quindi non sono invogliati a prendere le supplenze, soprattutto se devono spostarsi da un’altra regione».

Svuotare la siringa

Poi ci sono le vere e proprie truffe. Come quella posta in atto dall’infermiera palermitana che nel frattempo ha confessato: «Svuotavo il contenuto della siringa nella garza e poi infilavo l’ago nel braccio senza iniettare nulla». I costi sono alti: da 200 a 500 euro. Poi c’è il web. Telegram è una specie di prateria per guardie e ladri, per una chat bloccata dalla polizia postale ne spuntano altre dieci. Il Corriere della Sera fa sapere oggi che secondo il sito di sicurezza digitale Security Open Lab i venditori di Green pass falsi sono circa 10 mila, gli iscritti ai gruppi online 300 mila, la quotazione in Italia è di 150 euro a certificato. Da pagare in criptovaluta, per non lasciare troppe tracce. Ci sono anche pacchetti famiglia da 500 euro. Con un rammarico: quando di vaccini c’era penuria i furbetti dell’inoculazione facevano carte false per rubare il posto agli altri. Adesso è il contrario. Sic transit gloria mundi.

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