Netflix perde la prima partita contro l’avversaria della Regina di scacchi, il giudice: «Devono rispondere alla causa per diffamazione»

Si tratta di Nona Gaprindashvili, campionessa sovietica, che ora ha 80 anni e vive a Tbilisi, Georgia

Dopo le accuse e la causa intentata dalla giocatrice di scacchi Nona Gaprindashvili contro la serie tv La regina degli scacchi, Netflix dovrà risponderne. La campionessa aveva detto di essersi sentita denigrata per aver travisato «uno dei risultati più significativi della carriera» della giocatrice sovietica, ovvero quello di aver affrontato giocatori uomini. Il dettaglio è riportato in un dialogo dell’episodio finale della serie: un personaggio dice che Elizabeth Harmon, interpretata da Anya Taylor-Joy, «non è affatto una giocatrice importante. L’unica cosa inusuale è il suo sesso. E anche questo non è unico in Russia. C’è Nona Gaprindashvili, ma lei è una campionessa femminile di scacchi e non ha mai sfidato uomini». Una narrazione che va a scontrarsi con la realtà dei fatti: Gaprindashvili, che ora ha 80 anni e vive a Tbilisi, Georgia, ha duellato con decine di uomini. Non solo: secondo le informazioni riportate nei documenti della causa, gli uomini sono stati 59, di cui 28 in incontri simultanei. E sono i 10 gran maestri sfidati prima del 1968.


Netflix ha giustificato la cosa dipingendola come una licenza cinematografica, «nessuno spettatore ragionevole ha preso la battuta come una dichiarazione di fatto» in quanto si trattava di «un’opera interamente di fantasia», ha fatto sapere. Oltretutto, ha detto la piattaforma, la presunta diffamazione sarebbe potuta essere tale se gli spettatori della serie avessero avuto «una conoscenza della storia degli scacchi sovietica degli anni 60». La richiesta della multinazionale è l’archiviazione, sulla base del Primo Emendamento, quello sulla libertà di parola e stampa. Il giudice della California che si sta occupando del contenzioso ha spiegato che «non c’è nessun motivo per impedire a persone reali rappresentate in un’opera di fantasia di presentare denuncia per diffamazione se lo ritengano opportuno». E se ci fossero davvero elementi per parlare di diffamazione, Netflix non sarà sollevata dalle sue responsabilità ma, anzi, dovrà affrontare la causa.


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