«Le bare di Bergamo come il lago della Duchessa nel caso Moro», la sparata del giornalista di Libero

Contesta chi etichetta il padre «negazionista», ma in due occasioni associa le immagini dei mezzi militari al famoso depistaggio durante il sequestro di Aldo Moro

«Le bare di #Bergamo stanno al #COVID19 come il lago della Duchessa sta al sequestro #Moro» è il testo di tweet (visibile anche qui) pubblicato questa sera, 8 febbraio 2022, dall’account @TommasoMont. Un intervento social che fa eco a chi ancora nega la tragedia dietro i mezzi militari che trasportavano le bare sotto gli occhi dai cittadini bergamaschi quella sera del 18 marzo 2020. In questo caso il giornalista del quotidiano Libero paragona quelle scene con il caso del falso comunicato delle Brigate Rosse durante il sequestro Moro, quanto le ricerche del segretario della Dc furono depistate con la ricerca inconcludente del suo cadavere nei fondali del lago della Duchessa, in provincia di Rieti. Sembra di assistere alle teorie del complotto dei vari Tommix e Pam Morrigan di turno.


Il tweet di Tommaso Montesano

Tommaso Montesano è un giornalista, firma di Libero Quotidiano e autore dell’intervista a Enrico Montesano (copia incollata dal sito bufalaro Mag24.es) dove contesta l’etichetta di «negazionista» data a suo padre per i suoi particolari interventi. Era il 17 ottobre del 2020, entrambi commentavano la popolarità dell’allora in carica Governo Conte e di un presunto «lavaggio del cervello». Un pensiero che non va tanto lontano da un altro tweet del giornalista, pubblicato il 28 luglio 2020: «A posteriori, la parata dei camion dell’Esercito con le bare di #Bergamo insospettisce. Mai più ripetuta, effettuata di notte, con tutti quei mezzi che si sarebbero potuti muovere alla spicciolata. Si è VOLUTO fare così, con evidenza teatrale, per terrorizzare. #COVID19 #Bocelli».


Il tweet del 28 luglio 2020 di Montesano e i commenti della collega di Libero Brunella Bolloli: «Non esageriamo con le dietrologie adesso» dice lei, «Io sono un #negazionista» risponde lui.

Non c’era posto, la camera mortuaria non riusciva ad accogliere tutti i feretri dei deceduti e le pompe funebri locali erano in grossa difficoltà. La sera del 18 marzo 2020 in cui sono state scattate le foto, a bordo dei mezzi militari vennero trasportate circa una settantina di bare, una piccola parte rispetto alle oltre 500 unità trasportate tra marzo e aprile 2020 da Bergamo nei crematori di diverse città italiane.

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