Vaccini ai bambini, gli esperti contro Salvini e Meloni: «44 morti di Covid tra giovani e ragazzini, basta bugie»

Pediatri, scienziati, esperti contro i leader di Lega e Fratelli d’Italia. Le reazioni avverse ai vaccini e i danni da Coronavirus a confronto

Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno detto no alla vaccinazione dei figli. Ginevra, la bambina di 5 anni della leader di Fratelli d’Italia, e Mirta, la secondogenita di 9 anni del segretario della Lega, non saranno vaccinate perché i genitori hanno deciso che non è il caso di farlo. Il dettaglio è che il primogenito del Capitano è invece vaccinato, mentre per la figlia la decisione è arrivata dopo un consulto con il pediatra e il medico di famiglia. Per quanto riguarda Meloni, la leader di FdI ha paragonato la possibilità per un minore di morire per Covid-19 a quella di essere colpito da un fulmine. Attirando la risposta di Roberto Burioni.


Cosa dicono gli scienziati

Le frasi dei due politici però hanno scatenato reazioni ben precise. Franco Locatelli, coordinatore del Cts, ha cercato di rassicurare i genitori: «La vaccinazione è raccomandata da tutte le associazioni pediatriche e i benefici sono la tutela della salute dei bambini». E poi: «In età pediatrica sono state somministrate quasi 4,2 milioni di dosi, di cui 4 milioni dai 12 ai 16 anni e 173 mila dai 5 agli 11 anni. In totale c’è stato l’1% di segnalazioni avverse attribuibili all’età pediatrica, più di tre quarti largamente non gravi». Così come Andrea Campana, responsabile della Pediatria multispecialistica del Bambino Gesù: «Il vaccino under 5 in arrivo? Personalmente non vedo l’ora di farlo ai miei tre figli. Non appena le autorità daranno il via libera in termini di efficacia e sicurezza, invito i genitori a vaccinare subito i più piccoli».


Ma c’è chi ci va giù più duro. Alberto Villani, primario di pediatria proprio nell’ospedale romano ed ex Cts, in un’intervista rilasciata a La Stampa è stato più caustico: «I vaccini non fanno andare bambini e ragazzi in ospedale ma evitano che ci finiscano. Qui al Bambin Gesù abbiamo avuto 90 piccoli ricoverati e nove intubati in rianimazione. Mentre non ne ho mai visto uno arrivare per reazioni avverse al vaccino. Mi chiedo come sia possibile allarmarsi per pericoli inesistenti quando abbiamo avuto 44 morti tra zero e 19 anni». Mentre la malattia, nella fascia d’età tra gli 0 e i 19 anni, può dare molti problemi: «Nelle forme più serie non colpisce solamente l’apparato respiratorio, quello circolatorio o i reni. Sotto attacco finiscono per ritrovarsi tutti gli organi. E poi anche una volta negativizzati assistiamo in diversi casi al fenomeno del cosiddetto Long Covid».

Le reazioni ai vaccini e i danni da Coronavirus

Anche Alfredo Guarino, pediatra dell’università di Napoli, ex presidente della Società di malattie infettive pediatriche, va all’attacco in un’intervista a Repubblica: «Allucinante. Abbiamo 150 mila morti in Italia e trattiamo il vaccino come se fosse un dibattito glamour. Tu che fai, vai al mare o in montagna?». Guarino dice di conoscere genitori che la pensavano come Salvini e Meloni ma nel frattempo hanno cambiato idea: «Una la incontro ogni giorno in reparto. Era No Vax, ha il bambino ricoverato e non fa che ripetere che se potesse tornare indietro si comporterebbe in modo diverso. Un’altra mi ha detto che provava il desiderio di salire al 18esimo piano della torre dell’ospedale per buttarsi giù. Ovviamente esagerava, era presa dall’angoscia del momento, ma non è simpatico per una madre vedere il proprio bambino malato e isolato in ospedale con gente bardata che gli fa i prelievi tutte le mattine. Soprattutto se sa che tutto questo era evitabile. Il senso di colpa è comune a tutti i genitori No Vax, nessuno escluso. Personalmente è una responsabilità che non mi prenderei e non voglio pensare che qualcuno lo possa fare per calcolo politico».

Anche i numeri la teoria dei fulmini: 2 milioni e 332 mila contagi tra i giovani, 13 mila in ospedale, 212 in terapia intensiva e, appunto, 44 morti. In Italia quasi il 65% dei bambini nella fascia d’età tra 5 e 11 anni e il 14,4% di quelli tra 12 e 19 anni non ha ancora ricevuto il vaccino. Come ricorda oggi La Stampa, quando l’incidenza tra i casi è schizzata il tasso di ospedalizzazione sotto i 5 anni è stato di 17 casi a settimana per i più piccoli, mentre per i ragazzi è arrivato a 5. E questo perché la vaccinazione li ha protetti prima. Il tasso degli eventi avversi tra i 5 e gli 11 anni è di 1,74 ogni centomila somministrazioni. Il rischio di finire in ospedale per Covid-19 è 17 volte superiore a quello di avere una reazione avversa.

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