«Gli antivirali funzionano molto bene anche con le varianti e questa è sicuramente una buona (anzi, un’ottima) notizia. Però un problema c’è ed è nella loro gestione». Francesco Broccolo, virologo dell’università Bicocca di Milano e direttore scientifico del gruppo Cerbahealthcare Italia, in un’intervista a Libero lancia l’allarme sull’uso del medicinale contro Covid-19. «Funziona: va dato entro 72 ore e costa 700 dollari a ciclo. Ma a causa della burocrazia va perso», sottolinea il virologo. Il punto «è la sburocratizzazione che va affrontata seriamente», sostiene. «Nella filiera che dovrebbe somministrarli. Mi spiego. Oggi un semplice medico di base non può prescriverli a un suo paziente, neanche se questo si presenta all’ambulatorio con la febbre alta e un tampone positivo in mano».
E come si ottengono? «Con una trafila abbastanza complessa. Il medico di famiglia ti deve mandare in un reparto di Malattie infettive che, a sua volta, deve verificare la tua idoneità al trattamento e solo questo punto si ottiene il medicinale». Così, però, passa il tempo: «Appunto. Già è complicato per chi vive nelle grandi città, a Milano o a Roma dove può recarsi rispettivamente al Sacco o allo Spallanzani. Ma se lo immagina chi abita in un qualsiasi altro posto? – si chiede Broccolo – Mica basta un ospedale qualunque, ne serve proprio uno con il reparto giusto». E se si aspetta troppo? «C’è il guaio. Perché gli antivirali si possono somministrare entro le prime 72 ore – avverte – Vuol dire nei primi tre giorni. Per questo dico che sarebbe il caso di snellire la burocrazia che c’è a monte se vogliamo renderli davvero operativi».
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