Chi non c’era in Parlamento per il discorso di Zelensky

A Montecitorio non c’erano più di 600 parlamentari, con una stima che oscilla tra 300 e 350 assenti

Non era sicuramente stracolma l’aula di Montecitorio in occasione dell’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per quanto deputati e senatori presenti non abbiano risparmiato applausi e solidarietà per lui con lunghi applausi e due standing ovation. Le polemiche però sono scoppiate più per gli assenti di oggi 22 marzo, una cifra che si aggira tra i 300 e i 350 secondo alcuni segretari d’aula, come riporta anche l’agenzia Agi, tra cui diversi impegnati in missioni varie o costretti a casa per malattia. In aula quindi non c’erano più di 600 parlamentari, alcuni anche con coccarde e spallette giallo-blu. Visto che quella di oggi non è stata una seduta formale, non esiste un registro delle presenza, né una registrazione delle missioni che avrebbero giustificato le assenze. Gli assenti certi avendo annunciato in anticipo che non avrebbero partecipato alla seduta sono stati i 15 deputati di Alternativa, componente interna al gruppo Misto per lo più ex M5s. Assenti anche i quattro senatori del gruppo Italexit, quindi Gianluigi Paragone, William De Vecchis, Mario Giarrusso e Carlo Martelli. Altri ex M5s che hanno disertato sono stati Elio Lannutti e Bianca Laura Granato.


Nella Lega spiccavano invece le assenze di Simone Pillon, che sarebbe stato impegnato in una missione a Londra come chiarito da Matteo Salvini, e il ministro Giancarlo Giorgetti, in visita allo stabilimento della Ferrari a Maranello. Tra le fila di Forza Italia non c’era Matteo Dall’Osso, anche lui ex M5s. Assente la senatrice di Azione Barbara Masini, che si è affrettata a chiarire di non aver partecipato solo per motivi di salute. Mancava, come annunciato, il presidente della Commissione Esteri del Senato, il grillino Vito Petrocelli, che rischia l’espulsione dopo aver ribadito anche la sua intenzione a non votare più la fiducia al governo Draghi. Dichiarazioni che hanno spinto Giuseppe Conte a prendere atto: «Così si pone fuori lui dal M5s per sua scelta». Al completo invece i gruppi di Camera e Senato di Fratelli d’Italia.


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