Mariupol sotto l’assedio russo, come è ridotta la città dopo i bombardamenti. Il sindaco: «Ancora deportati con la forza in Russia» – Il video

Un intero reparto di maternità di un ospedale di Mariupol sarebbe stato portato in Russia, denuncia il sindaco

C’è anche Mariupol fra i tre corridoi umanitari accordati dell’esercito russo oggi con Kiev. Una città che appare ormai fantasma dalle immagini diffuse su Telegram da vari media ucraini tra cui Nexta. Dal video realizzato con un drone è evidente come ormai siano rimasti in piedi pochi palazzi, con decine di case distrutte, le rovine dell’ormai famoso teatro colpito dai razzi russi e gli edifici pubblici anneriti dagli incendi divampati con i bombardamenti, come quello che aveva colpito lo scorso 9 marzo l’ospedale e il suo reparto di maternità. Dopo l’allarme lanciato dieci giorni fa, è di oggi 30 marzo la denuncia del sindaco della città, Vadym Boychenko, sulle evacuazioni forzate in Russia dal reparto di maternità di un altro ospedale di Mariupol: «Più di 70 persone, donne e personale medico del reparto maternità numero due del distretto della riva sinistra di Mariupol sono stati presi con la forza dagli occupanti». Secondo Boychenko finora più di 20 mila residenti di Mariupol sono stati portati via contro la propria volontà in Russia, in città remote e senza documenti di identità. Secondo l’ufficio del sindaco, ci sarebbero ancora 160 mila civili intrappolati in città.


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