Cos’è successo a Sacramento: la strage del killer che spara sulla movida

Una rissa davanti a un locale e poi gli spari. Secondo i testimoni si sono uditi 50 colpi. «Ho visto vittime coperte di sangue, gente che urlava, che piangeva, altri che domandavamo dov’erano i loro fratelli o madri che cercavamo cercavano i figli»

Sono 6 i morti e 12 i feriti della strage di Sacramento. L’ultimo bilancio è della polizia locale, che finora non ha effettuato arresti per un fatto ancora senza spiegazioni: un uomo solo (al contrario di quello che era trapelato nelle ore precedenti) ha sparato e ucciso senza motivo. Tutto è cominciato poco dopo le 2 di notte, in un’area del centro vicino alla Golden 1 Arena, dove gioca la squadra di basket Nba dei Kings, a poca distanza dal parlamento. Si tratta di una zona piena di ristoranti, bar, club, che chiudono appunto a quell’ora: molte persone erano per strada, pronte a rincasare. Scoppia una rissa davanti ad un locale, una persona cade a terra ferita e poco dopo si sentono diversi spari mentre la gente scappa urlando in preda al panico.


La sparatoria del ristorante El Santo

A documentare questi fatti è un video che è circolato sui social network nelle prime ore dopo l’accaduto. Ma non c’è certezza che sia collegato alla sparatoria. Secondo il racconto dei media locali alcuni testimoni hanno visto un uomo in un’auto che ha aperto il fuoco contro la folla vicino al ristorante El Santo. Poi è scappato. Sempre secondo le testimonianze sono stati uditi sino a 50 colpi. «Era orribile», ha raccontato ad una tv locale Berry Accius, un attivista della comunità locale arrivato pochi minuti dopo gli spari secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa. «Ho visto vittime coperte di sangue, gente che urlava, che piangeva, altri che domandavamo dov’erano i loro fratelli o madri che cercavamo cercavano i figli», ha proseguito.


«Ho visto anche una ragazza che gridava ‘hanno ucciso mia sorella’». Pamela Harris ha raccontato in lacrime che sua figlia l’ha chiamata alle 2.15 per dirle che suo fratello Sergio, di 38 anni, era stato colpito e ucciso all’esterno di un nightclub. «Sono quasi svenuta», ha detto la donna, che è ancora in attesa di conferme ufficiali. Repubblica racconta oggi la testimonianza di Kelsey Schar, 18 anni, che si trovava al quarto piano del Citizen Hotel affacciato proprio su quella strada: «Ho sentito i colpi, ho guardato giù e c’era un uomo che correva sparando». I 50 colpi uditi fanno pensare all’uso di un fucile automatico.

Le testimonianze

Le voci di altri testimoni, a loop su tutte le tv, descrivono scene drammatiche e caotiche: «Una ragazzina si lamentava per terra, coperta di sangue. Era stata colpita alle gambe e a soccorrerla sono arrivate le guardie di sicurezza di un nightclub, usando tovaglioli per fermare l’emorragia», racconta Madalyn Woodard, 17 anni. Kay Harris, 32 anni, parla invece di «atto senza senso. Sono stata svegliata da mia cognata. Mi ha detto che mio fratello Sergio, 38 anni, era morto. Erano in un locale chiamato El Santo».

«Il numero dei morti e dei feriti è difficile da comprendere. Aspettiamo più informazioni per sapere cosa è successo in questo tragico incidente», ha commentato il sindaco Darrell Steinberg. Che si è detto pronto a sostenere ogni azione per ridurre «la crescente violenza delle armi da fuoco nella nostra città, nel nostro Stato e nella nostra nazione». Quello che sappiamo finora è che è successa un’altra sparatoria di massa. Lasciando famiglie con i propri cari morti, vari feriti e una comunità in lutto», gli ha fatto eco il governatore della California Gavin Newsom. «L’aumento della violenza della armi da fuoco continua ad essere una crisi nel nostro Paese. Dobbiamo decidere di mettere fine a questa carneficina», il suo appello.

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