La risposta del sindaco di Bucha alle accuse dei russi: «Non ho denunciato il massacro? Appena ho visto ho raccontato»

Anatoly Fedoruk e il video del primo aprile in cui annunciava la liberazione della città: «Tagliati fuori per settimane»

Il sindaco di Bucha Anatoly Fedoruk in un colloquio con il Corriere della Sera parla delle accuse dei russi nei suoi confronti. I media russi mostrano un video che risale al primo aprile 2022 – ma in cui lui parla del 31 marzo – in cui il primo cittadino annunciava la liberazione della città. Come ha spiegato Open domenica scorsa, in realtà Fedoruk aveva già parlato dei massacri in città il 28 marzo scorso. Ma Fedoruk spiega anche a Greta Privitera che «la città è stata tagliata fuori dal mondo per settimane. Solo quando l’hanno liberata abbiamo potuto vedere la realtà e renderci conto della dimensione dell’orrore. Appena ho visto e capito ho raccontato». Fedoruk aggiunge che nell’ultimo mese è stato «a casa mia. Un giorno i soldati sono entrati e mi hanno puntato una mitragliatrice alla testa. Hanno chiesto di me ma non mi hanno riconosciuto, non avevo il passaporto. Poi sono stato ospitato dai cittadini».


Il primo cittadino parla di persone «trucidate, torturate e portate in fosse comuni» e aggiunge che attualmente a Bucha non ci sono né luce né gas: «Non pensavo che la mia gente sarebbe stata uccisa per divertimento o per rabbia. I russi hanno sparato a tutto ciò che si muoveva: passanti, persone in bicicletta, alle auto con la scritta “bambini”. Bucha è la vendetta dei russi alla resistenza ucraina». E sulle immagini false, secondo Mosca: «Che vengano qui di persona a vedere di chi sono le armi, di chi sono le mani, da quanti giorni i corpi giacciono nelle strade». Le immagini dei morti «non le scorderò mai. Hanno trasformato intere parti della città in un campo di concentramento. Le persone sono state chiuse negli scantinati per settimane, senza acqua e cibo. Chi usciva a cercarne veniva ucciso».


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