Le domande e le risposte sulla Strage di Bucha

Dov’è il sangue? A quando risalgono i decessi?

Viene messa in dubbio la veridicità delle scene riprese per via della presunta mancanza di sangue a terra. La presenza dei cadaveri non è recente, risale a diversi giorni prima delle riprese video diffuse sui social. A sostenere questa tesi sono soprattutto le immagini satellitari diffuse dal New York Times, ottenute grazie a Maxar Tecnologies, relative a Yablunska Street in data 19 marzo 2022: i corpi presenti sono gli stessi dei video diffusi il primo e il 2 aprile.

Al di là delle immagini satellitari, nei giorni in cui sono stati diffusi i video si sono registrate diverse precipitazioni, come riscontrabile dagli archivi dei siti dedicati al Meteo come Worldweatheronline.com. Nei video sono visibili diverse pozzanghere, a prova delle precipitazioni recenti. La pioggia è la principale colpevole della mancanza di sangue nelle superfici come l’asfalto e i marciapiedi.

Riguardo al sangue, bisogna tenere conto di un’altra questione. Il giorno della strage di Charlie Hebdo, in molti si domandarono come mai non ci furono schizzi di sangue a seguito dell’uccisione del poliziotto Ahmed Merabet. Secondo quanto spiegato da Anderson Moorer (EMT-P paramedic) «delle ferite da arma da fuoco non provocano il tipo di drammatico spruzzo sanguinante che ci si aspetta da Hollywood» ed è per questo che i paramedici effettuano diversi controlli sul corpo della vittima per valutarne la gravità. Durante la sua esperienza, Anderson ricorda il caso di un paziente colpito all’inguine, ma si erano resi conto delle sue condizioni mentre era sotto i ferri. La letteratura scientifica riporta casi simili, come quello di un uomo ferito senza emorragie esterne.

A quando risalgono i decessi? Considerando le foto satellitari pubblicate dal New York Times e dal Ministero della Difesa britannico, i corpi si trovavano in via Yablonska (Yablunsʹka street) da ben prima della data di partenza presunta dei russi secondo Mosca. Open ha chiesto un parere al prof. Giorgio Bolino, medico legale e docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, sottoponendogli le diverse foto dei corpi (qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui) e le condizioni climatiche di Bucha dal 29 marzo al 3 aprile (da qui). Precisiamo che si tratta di una stima basata su questi dati, non essendo presenti sul posto, e che il parere fornito non può avere un valore pienamente scientifico (come ci ha spiegato lo stesso prof. Bolino).

Secondo il medico legale, ci conferma che «l’impressione che si ricava da quelle foto (limitata all’osservazione di talune dita solo sul lato dorsale e di qualche volto peraltro a significativa distanza) cioè che vi sarebbe un iniziale raggrinzimento-macerazione cutanea (esposizione ad ambiente umido?) come si può verificare trascorse almeno 72 ore e che i globi oculari sembrano piuttosto infossati come si può verificare dopo almeno 4-5 giorni. Il lasso di tempo potrebbe anche essere superiore a quanto indicato ove si considerino temperature più basse di quelle attualmente presenti in Italia».