Le domande e le risposte sulla Strage di Bucha

Come mai, per giorni, nessuno si è occupato dei corpi?

C’è chi si pone il quesito del perché, in una cittadina piccola e in guerra, nessuno abbia avuto un gesto di pietà per occuparsi dei corpi. In un’intervista rilasciata da un civile di Bucha, Vladislav Kozlovsky, racconta di come i soldati dell’esercito straniero uccidevano i cittadini di Bucha senza apparente motivo. Vladislav racconta due diversi momenti dell’occupazione di Bucha, il primo ad opera di soldati russi e bielorussi, il secondo e crudele da parte dei “Kadyroviti“, i soldati ceceni.

Vladislav racconta delle barbarie messe in atto da quelli che descrive come ceceni. Questi, secondo quanto da lui raccontato, erano intenzionati a cercare qualunque persona sospettata di aver combattuto nel Donbass nel 2014 o che avesse semplicemente un riferimento all’emblema nazionale ucraino. Racconta di essere stato picchiato a metà marzo, era seduto a casa di un amico mentre fumavano. Afferma che non era possibile per loro andare al cimitero, dovevano farlo di nascosto. Un uomo era morto di crepacuore, erano riusciti a coprirlo con una coperta nel pianerottolo solo tre o quattro giorni dopo.

La giornalista Francesca Mannocchi è andata a Bucha, dove ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti e storie come quelle del corpo di un anziano che giace lungo una strada. I vicini dell’uomo raccontano, secondo quanto riportato da Mannocchi, che il suo corpo si trovava in quel punto da ormai 10 giorni (il tweet risale al 5 aprile, indicativamente da circa il 26 marzo), non avevano provato a portarlo via «per paura che i soldati russi abbiano nascosto una mina tra i suoi abiti prima di ritirarsi».