Il bambino di Prato ricoverato a Roma per epatite è stabile. Rezza (Iss): «Stiamo indagando in maniera molto approfondita»

Il piccolo è stato colpito da una sospetta forma acuta della patologia ed è stato portato all’ospedale Bambino Gesù nel pomeriggio di giovedì

Il bambino di tre anni ricoverato all’ospedale Bambino Gesù per un caso di sospetta epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta è stabile. La situazione sarebbe dunque sotto controllo e al momento, si apprende dall’ospedale, non c’è indicazione per il trapianto. Le analisi finora effettuate hanno non hanno chiarito la natura della malattia: «L’episodio di epatite acuta resta ancora di natura da definire, come ne capitano diversi ogni anno». La patologia colpisce i bambini sotto i dieci anni e di cui finora erano stati contati quattro casi sospetti in Italia. Il bambino è originario di Prato e a confermare la notizia all’agenzia di stampa Ansa è l’Asl Toscana Centro. Il paziente è stato ricoverato nel pomeriggio di giovedì e non è esclusa la possibilità di ricorrere a un trapianto di fegato. Dell’epatite acuta pediatrica ha parlato nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità in un articolo sul suo sito. I primi 10 casi sono stati registrati nella Scozia Centrale. Qualche giorno dopo sono stati segnalati altri 74 casi.


Rezza: «L’Iss sta indagando in maniera approfondita sui casi»

In merito alle segnalazioni epatiti acute da causa non nota e emerse anche in Italia, dopo i recenti casi europei, anche il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, a margine della conferenza stampa di commento dei dati relativi al monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia, ha sottolineato che «su questi casi si sta indagando in maniera molto approfondita». Il professor Rezza ha poi aggiunto: “«In Europa e in particolare nel Regno Unito sono arrivate diverse segnalazioni di casi di epatite acuta da causa non nota, soprattutto fra bambini sotto i 10 anni. A seguito di queste segnalazioni il Ministero della Salute già dal 14 aprile si è prontamente attivato per aggiornare e informare le Regioni e per sollecitare a segnalare i casi sospetti che aderissero alla definizione di caso fatta dall’Oms».


7 casi in tutta Italia

In Italia le segnalazioni sospette sono arrivate a sette. I casi segnalati sono tutti da confermare e sono in corso analisi. Ogni anno, spiegano fonti sanitarie, ci sono casi di epatiti la cui origine non è nota ma è la frequenza di queste segnalazioni che ha fatto scattare l’allerta. Il ministero della Salute ha inviato informative alle Regioni dal 14 aprile. «Se guardiamo ai primi pazienti – ha detto nei giorni scorsi a Repubblica Giuseppe Indolfi, epatologo del Meyer di Firenze e consulente dell’Oms per le epatiti virali – sappiamo che alcuni avevano il Covid. Ma in questo momento la circolazione del Covid è altissima, quindi è facile trovare pazienti con patologie diverse che lo hanno. La metà dei casi, invece, aveva l’adenovirus che è molto diffuso ma che difficilmente provoca forme di malattia violente».

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