Vaiolo delle scimmie, il chiarimento dell’Ordine dei Medici sui contagi tra omosessuali: «Perché rischiano anche sanitari e famiglie con casi attivi»

La Federazione degli ordini dei medici spiega che il rischio contagio non avviene solo con la trasmissione sessuale

Su come si possa trasmettere il contagio del vaiolo delle scimmie arriva un ulteriore chiarimento dall’Ordine dei medici, che ha ribadito come quella sessuale non sia l’unica modalità di trasmissione possibile. Il chiarimento arriva dopo che anche dall’Istituto superiore di Sanità era arrivata la constatazione che la «trasmissione uomo-uomo caratterizza buona parte dei casi riscontrati», aveva detto il dg dello Spallanzani Francesco Vaia pur spiegando: «Non si può definire come una malattia a trasmissione sessuale e che riguarda in particolare gli omosessuali. Al momento sappiamo che riguarda i contatti stretti». Parole in linea con le indicazioni finora emerse da Ecdc e da Oms, che hanno comunque scatenato polemiche, in particolare da parte del partito Gay.


Il chiarimento dei Medici

Nella sezione «Dottore ma è vero che…?» della Federazione degli ordini dei medici viene spiegato che l’infezione di vaiolo delle scimmie: «può derivare da uno stretto contatto con secrezioni respiratorie, lesioni cutanee di una persona infetta od oggetti recentemente contaminati – si spiega – e la trasmissione attraverso le particelle respiratorie delle goccioline di solito richiede un contatto faccia a faccia prolungato, il che mette a maggior rischio il personale sanitario oppure i membri della famiglia dei casi attivi». Secondo il report dei medici, finora la serie di contagi più lunga documentata in una comunità: «è stata di sei infezioni successive da persona a persona. La trasmissione può avvenire anche attraverso la placenta dalla madre al feto (vaiolo delle scimmie congenito)».


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