Usa, Blinken: «No alla guerra fredda con la Cina. La nostra posizione su Taiwan non cambia»

Il segretario di Stato americano ha parlato all’indomani del primo viaggio in Asia di Joe Biden

All’indomani del primo viaggio del presidente Joe Biden in Asia – pensato per rafforzare la presenza Usa nel continente in chiave anti Pechino – , il segretario di Stato Antony Blinken ha illustrato la politica americana nei confronti della Cina in un discorso alla George Washington University, sottolineando che la si può riassumere in tre parole: «Investire, allineare e competere. Investire negli Stati Uniti, allinearsi con gli alleati e i partner, competere su un terreno equo». L’intervento di Blinken arriva a seguito delle dichiarazioni controverse di Joe Biden in merito alla strategia degli Usa in caso di attacco di Taiwan da parte della Cina. Il presidente, rispondendo a una domanda esplicita, aveva detto di essere pronto a intervenire militarmente in difesa dell’isola. «Il nostro approccio su Taiwan è coerente da anni e non è cambiato», ha ribadito Blinken, come già era stato chiarito dallo staff della Casa Bianca e dal Pentagono. «Abbiamo la stessa visione di prima sulla politica della “Cina unica” e ci opponiamo a qualsiasi cambiamento dello status quo. Non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan», ha detto, confermando l’«ambiguità strategica» da sempre mantenuta da Washington.


No alla guerra fredda

«Gli Stati Uniti non vogliono una guerra fredda», ha precisato Blinken. Anzi, sono «determinati a evitarla». «La Cina è parte integrante dell’economia globale e della nostra abilità di risolvere problemi come il cambiamento climatico e il Covid-19. Diciamolo in modo semplice, gli Stati Uniti e la Cina dovranno avere a che fare gli uni con l’altra per il prossimo futuro», ha detto, sottolineando come sia uno dei rapporti più complessi al mondo in questo momento e la sfida più seria a lungo termine per l’ordine internazionale. «L’ampiezza della sfida posta dalla Cina sarà un test per la democrazia americana», ha dichiarato Blinken, precisando che gli Stati Uniti competeranno «con la Cina per difendere i nostri interessi e costruire la nostra visione del futuro».


«Difenderemo i nostri interessi»

«Non vogliamo cercare di bloccare» la Cina nel suo ruolo di potenza maggiore o nel crescere la sua economia e portare avanti gli interessi della sua gente ma, ha aggiunto, «difenderemo e rafforzeremo le leggi internazionali, i principi e le istituzioni che mantengono la pace e la sicurezza, tutelano i diritti degli individui e dei paesi sovrani assicurando che tutti i Paesi coesistano e cooperino». Secondo il segretario, la Cina è «l’unico Paese con l’intento di ridisegnare l’ordine internazionale e, sempre più, con il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per farlo». Ma, «invece che usare il suo potere per rafforzare le leggi, gli accordi, i principi e le istituzioni che hanno consentito il suo successo, la Cina li compromette. Sotto il presidente Xi Jinping, il Partito comunista cinese è diventato più repressivo in casa e più aggressivo all’estero». In merito alla guerra in Ucraina, Blinken ha aggiunto che Vladimir Putin «ha fallito nel centrare i suoi obiettivi strategici, non ne ha raggiunto neanche uno».

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