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Renzi risponde a Letta: «Caduti i veti su di me? Si vede che il Pd si è fatto i conti…»

28 Luglio 2022 - 10:24 Redazione
renzi sala grande centro m5s
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Il leader di Italia Viva ad Agorà: sogno di ripartire da Draghi. Meloni? Nessun pericolo fascismo

Letta lo ha chiamato solo per dirgli «sentiamoci». Mentre se Italia Viva va da sola ha la certezza di arrivare al 5%. Matteo Renzi ad Agorà oggi va all’attacco mentre ancora non scioglie la riserva sull’alleanza guidata dal Partito Democratico. Le dichiarazioni del leader del Pd, Enrico Letta, sull’assenza di veti per eventuali alleanze con Iv? «Il Pd in queste settimane diceva ‘Renzi ci fa perdere voti, non lo vogliamo‘, evidentemente hanno fatto due conti e hanno cambiato idea. Dopodiché siamo in una situazione gravissima, dunque prima decidiamo le cose da fare, poi vediamo le alleanze. La politica sembra impazzita, forse è il caldo». Mentre sul risultato delle elezioni «partiamo dai contenuti per fare la coalizione, ma se vuole un nome secco io ripartirei da Draghi e si ripartirà da lì se ci sarà una situazione di pareggio, se invece la destra stravince…. Il mio sogno è che il punto di ripartenza sia Draghi».

Poi Renzi parla del rischio-fascismo evocato in questi giorni a proposito di FdI: «Meloni può fare il premier? Io spero di no, lavorerò perché non lo sia. Farò di tutto perché non lo sia, ma se sarà Giorgia Meloni rispetterò il voto. Se vuoi evitare che Meloni diventi presidente Consiglio non devi evocare l’incubo del fascismo. Io vorrei sconfiggere Meloni, non con i fantasmi, ma con i contenuti». Infine, sull’ipotesi di vedere Berlusconi a Palazzo Madama: «Siamo seri, no. Io non l’ho mai votato, ma è un uomo che va aiutato a fare il padre nobile». La battuta finale è riservata a Conte: «Sono rimasto colpito perché al tavolo del Consiglio europeo vanno i primi ministri e con alcuni ci scriviamo. Quando arrivò Draghi, un premier mi disse: ‘Quando parla Draghi noi prendiamo appunti, quando parlava Conte andavamo a prendere il caffé’. Ecco, io vorrei ripartire da Draghi».

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