Berlusconi contro l’inflazione: «Via l’Iva sul carrello della spesa». Ma lo aveva già promesso Salvini a luglio (e ora anche Di Maio)

I dati Istat parlano di +9,1% di costo dei beni di prima necessità. E parte l’assalto alla diligenza del Carovita

All’inizio c’era l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro al mese. Poi il milione di alberi da piantare (con il Pnrr che ne prevede 6,6 milioni). E anche una flat tax per tutti al 23% (con la Lega che propone il 15%). Ma le promesse elettorali di Silvio Berlusconi non accennano a rallentare e ora possono contare tra le loro fila anche l’azzeramento dell’Iva sui prodotti di prima necessità. A darne notizia è lo stesso Cavaliere, fresco di candidatura nelle liste di centrodestra per il Senato, con un tweet che riporta i dati Istat: il costo del carrello della spesa di luglio è aumentato del 9,1%. Cifra mai vista dal 1984. Ecco perché il leader di Forza Italia propone di togliere del tutto l’Iva su beni come pane, pasta e latte. Progetto che era stato annunciato già a fine luglio dalla Lega di Salvini, che interessava anche frutta e verdura, e che aveva provato a inserire nel decreto Aiuti bis. Cosa che non gli riuscì perché, come gli ha ricordato qualche giorno dopo Luigi Di Maio, il governo era caduto e aveva reso il provvedimento irrealizzabile. Per questo motivo anche il leader di Impegno Civico e ministro degli Esteri ha dichiarato in una conferenza stampa alla Camera di voler inserire «nella prossima legge di bilancio» l’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità o «la riduzione dell’Iva sulla carne e sul pesce».


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