Cagliari, il ragazzo salito sul palco con la bandiera Lgbt: «Grazie Meloni per il confronto, ma non potrai fermare il cambiamento». E riparte la polemica

Botta e risposta in rete: «E’ un supporter di FdI», interviene anche Crosetto. Sulla pagina del liceo in cui si è diplomato il giovane spunta un post a sostegno, poi rimosso

Si chiama Marco Marras il ragazzo che ieri, 1 settembre, è salito sul palco del comizio di FdI per contestare Giorgia Meloni. Lo racconta lui stesso oggi sui suoi canali social. «Ho voluto in maniera pacifica esprimere il mio dissenso sulla sua visione della famiglia e ho voluto ricordargli che siamo tutti uguali o, come direbbe Fratelli d’Italia, di un’unica nazione dove dovrebbe esserci il diritto di potersi costruire una famiglia che sia essa tra due uomini o due donne e che possano accedere alle adozioni». Ieri sera, appena la leader è salita sul palco a Cagliari, Marco l’ha raggiunta con una bandiera arcobaleno chiedendole di garantire i diritti della comunità Lgbtq+, facendo leva soprattutto sul tema del matrimonio. «Hai già le unioni civili. Io e te non siamo d’accordo, ma è la democrazia», le aveva risposto la leader senza perdere la calma e anzi invitando alla fine ad un applauso per chi ha «il coraggio delle proprie idee». Una risposta che non è piaciuta al segretario del Pd, Enrico Letta, che ha scritto su Twitter: «“Avete già le #unionicivili”. Una frase che è tutto un programma». E ha lanciato l’hashtag #AveteGià.


«I cambiamenti si possono frenare, ma sono inevitabili»

Oggi Marco Marras, che ci tiene a specificare di non essere né un attivista né un membro di partiti o associazioni, ha ringraziato a leader di FdI per il confronto, così come la polizia «per essere stata buona» con lui (Marras è stato identificato e denunciato assieme ad altri contestatori di area indipendentista e anarchica). «Sono un ragazzo che voleva solo esprimere la sua opinione», dice, e conclude con un ultimo messaggio diretto a Giorgia Meloni: «I cambiamenti si possono frenare ma saranno inevitabili e in Italia in futuro potrò sposarmi e adottare».


Ma c’è chi pensa sia una messa in scena: lo scontro sui social

Il messaggio è gentile al punto che alcuni hanno ipotizzato si trattasse di una messinscena. Simone Alliva, giornalista e scrittore, su Twitter lancia il dubbio: condivide il post di Marco e riprende la frase in cui il ragazzo scrive «Ringrazio la leader». Non si esprime in modo esplicito, ma lascia intendere la sua opinione scrivendo: «È tutto chiaro. L’utile idiota si trova sempre».

E poco dopo arriva il commento di Guido Crosetto di Fratelli d’Italia che prende le difese del ragazzo: «Veramente? Così senza un minimo di decenza? Ma come si fa? Fino a che punto siete disposti ad arrivare, nella menzogna e nella diffamazione? Fate qualche corso speciale? Addirittura contro un ragazzino. Che schifo».

FdI si scaglia contro il liceo del ragazzo

Le polemiche sono arrivate anche tra le mura scolastiche. I deputati di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda e Paola Frassinetti si sono scagliati contro il post pubblicato – e poi cancellato – dal Liceo Artistico e Musicale Foiso Fois di Cagliari, nonché la scuola che frequentava Marco Marrais. Nel post in questione l’azione del ragazzo veniva definita «una civilissima e performatica contestazione». «La scuola che dovrebbe educare i giovani alla tolleranza ed al rispetto di chi la pensa diversamente, plaude invece ad un atto gravissimo che costituisce anche reato, come l’interruzione di un comizio elettorale. Un episodio grave gestito in modo esemplare da Giorgia Meloni. Il Liceo Fois ha dato un esempio negativo, speriamo a breve di poter offrire all’Italia una scuola migliore e non faziosa», hanno denunciato Deidda e Frassinetti.

La replica di un insegnante

Non si fa attendere la risposta di un professore del liceo, che in un post replica alle polemiche di FdI. Si tratta di Domenico Di Caterino, nonché responsabile del post sotto accusa. Spiega di averlo cancellato dalla pagina dell’istituzione scolastica perché «male interpretato» e ci tiene a precisare che il liceo non ha in alcun modo «appoggiato il contenuto e la modalità di comunicazione dell’attivista che ieri è salito sul palco durante il comizio». Il docente sottolinea poi come sia giusto che Marco si assuma le responsabilità individuali di fronte alla legge, ma spiega che quello che lui voleva sostenere era semplicemente «la libertà d’espressione del giovane uomo che oggi non è più uno studente del Fois, e che si muove in autonomia nel nome delle proprie idee».

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