Guerra in Ucraina, cosa c’è nei decreti per la «mobilitazione militare parziale» di Putin

Dagli obblighi dello Stato e degli ufficiali fino alla leggi della Duma per incriminare i disertori, cosa cambia da oggi

Oggi la Russia si è svegliata mentre il presidente Vladimir Putin pronunciava il suo atteso discorso alla nazione con il quale ha annunciato la «mobilitazione militare parziale» con la quale lo zar spera di invertire l’inerzia della «operazione speciale» in Ucraina. Com’è ormai noto, il decreto che istituisce la mobilitazione prevede che vengano richiamati i militari di riserva e la possibilità di chiamare la popolazione generale alle armi in maniera obbligatoria. Putin, inoltre, ha reso noto che non esclude il dispiego di armi nucleari. Nel testo, che consentirebbe la discesa in campo di altri 300 mila uomini, c’è molto di più.


La coscrizione militare obbligatoria

All’articolo due si legge che il presidente si riserva il diritto di «reclutare al servizio militare i cittadini russi nell’ambito della mobilitazione delle forze armate russe», anche se il ministro della difesa del Cremlino Sergei Shoigu ha fatto sapere che al momento i cittadini coscritti al servizio non verranno impiegati in Ucraina. Nell’articolo 3, inoltre, viene inoltre stabilito che il salario di chi verrà arruolato in questo modo, sarà lo stesso dei membri regolari dell’esercito, mentre al punto 4 si legge che contratti di coscrizione rimarranno validi fino alla fine della mobilitazione. La chiamata potrà essere rifiutata – secondo l’articolo 5 – nei seguenti casi: il raggiungimento dell’età di servizio massima; per ragioni di salute che la Commissione militare consideri non idonee alla prestazione di servizio militare; e per verdetti che incriminino i soggetti interessati.


Gli obblighi dello Stato e degli ufficiali

Il punto 6 si riferisce al governo della federazione, che dovrà «finanziare le attività della mobilitazione e adottare misure adeguate a soddisfare i bisogni delle Forze Armate della Federazione Russa e dei corpi militari durante il periodo della mobilitazione parziale». Nella versione pubblicata nella gazzetta presidenziale manca il punto 7, che nelle scansioni della versione cartacea recitava uno stringato: «Per uso ufficiale». Si arriva poi al punto 8, che indica come «gli ufficiali anziani» e le «entità costituenti» della Russia debbano assicurare la «coscrizione dei cittadini chiamati al servizio militare».

Le leggi della Duma per incriminare i disertori

Il decreto arriva a un giorno di distanza da una risoluzione del parlamento russo, effettuata con una procedura espressa che prevede sanzioni penali ai soldati che disertano, si arrendono o si rifiutano di seguire gli ordini loro impartiti. Come evidenzia la testata russa indipendente Meduza, le pene per questi reati possono arrivare fino a 15 anni e partono da un minimo di due. Inoltre, al di fuori del codice penale, la Duma ha approvato una legge che semplifica l’ottenimento della cittadinanza russa per gli stranieri che decidono di arruolarsi e combattere.

Lo status della guerra

Lo status della guerra, ufficialmente, non è cambiato, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La Russia, quindi, continuerà a riferirsi all’invasione dell’Ucraina in termini di «operazione militare speciale». Per il momento, inoltre, non verrà imposta la legge marziale nel Paese, ha dichiarato Peskov. Le dichiarazioni vanno di pari passo con il tentativo di Mosca di mantenere una situazione in patria quanto più possibile normale, come fanno notare molti analisti. Anche per questo – suggeriscono – la mobilitazione viene definita «parziale» e la guerra non viene ufficialmente dichiarata. Nonostante gli sforzi, però, la popolazione russa sta iniziando a temere che la situazione precipiti, tanto che le ricerche Google su come lasciare la Russia sono aumentate a dismisura, e tutti i voli diretti verso l’estero previsti per oggi sono stati prenotati.

La guerra camuffata e la debolezza di Putin

Il discorso di oggi viene considerato da alcuni un segno di debolezza del presidente russo. La Russia, infatti, ha già speso moltissimi soldi e dispiegato migliaia di soldati in Ucraina, incagliandosi in un conflitto che, anche quando volgeva a favore di Mosca, procedeva a rilento. L’annuncio della mobilitazione arriva poche ore dopo quello dei referendum per la russificazione dei territori occupati, che potrebbero consentire l’annessione del Lugansk, del Donetsk e di Cherson prima che la controffensiva ucraina conquisti potenzialmente ancor più territorio. Gli esperti, poi, fanno notare come probabilmente la mobilitazione non avrà effetti clamorosi sul conflitto. La Russia, infatti, ha già dispiegato i suoi militari più esperti. Anche se attualmente si prevede che solo i militari con esperienza pregressa verranno richiamati dalla riserva, la tattica che ha finora dato pochi frutti rimane invariata. Vengono poi sollevati dubbi sulla possibilità di mandare a combattere persone che non hanno mai frequentato ambienti militari, soprattutto quando solo il 3% della popolazione russa si dice disponibile ad andare al fronte.

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