L’ombra della guerra nucleare, il freno dai vertici militari russi: «Non deve essere mai combattuta: non ci interessa scontro con la Nato»

Un messaggio apparentemente distensivo arriva dai vertici militari russi nell’anniversario della crisi dei missili a Cuba di 60 anni fa

«Una guerra nucleare non deve mai essere combattuta perché non ci possono essere vincitori». Ad affermarlo è Alexander Venediktov, vice segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo, in una conferenza sul sessantesimo anniversario della crisi dei missili a Cuba. «Non è nei nostri interessi uno scontro con gli Usa e la Nato», gli fa eco il vice ministro degli Esteri, Serghei Ryabkov, in un messaggio video allo stesso evento, dopo aver accusato – riporta la Tass – gli Stati Uniti e la Gran Bretagna di «Spingere Kiev a creare ostilità sul territorio russo». Il pericolo di una guerra nucleare da parte di Mosca, sembra per il momento scongiurato, nonostante il monito lanciato da Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione secondo il quale la Russia userà «tutti i mezzi a sua disposizione» per difendersi da un Occidente che vuole «distruggerla» e nonostante nella dottrina russa sull’uso dell’atomica si spiega che si può usare l’opzione nucleare in caso di attacchi sul territorio della Federazione. La minaccia nucleare del presidente russo – non è una novità, fa parte della sua retorica da quando è iniziata la guerra, benché abbia esplicitamente affermato che «non sta bluffando». Secondo i calcoli della Federation of American Scientist sono circa seimila le armi nucleari tattiche e strategiche a disposizione di Putin. Un numero maggiore rispetto agli altri Paesi del mondo e delle riserve della Nato. Ma mentre 1.588 risultato montate su basi di lancio da terra, circa 1.500, invece, dovrebbero essere smantellate. Russia e Stati Uniti contano da soli il 93% del totale delle testate nucleari nei loro arsenali.


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