Russia, proteste e scontri in Daghestan contro la «mobilitazione parziale» – Il video

La capitale Machačkala sembra essere diventata il centro di numerosi scontri tra la polizia e la Guardia nazionale russa con i cittadini

Non si fermano le proteste contro la mobilitazione parziale di 300mila riservisti ordinata da Vladimir Putin per poter proseguire le operazioni militari in Ucraina. Nelle ultime ore l’area più critica sembra essere diventata quella della Repubblica del Daghestan, la più grande del Caucaso settentrionale, al confine con Azerbaigian e Georgia. Novaya Gazeta, citando alcuni media locali, racconta come le strade e le piazze della capitale Machačkala siano teatro di numerosi scontri tra la polizia e la Guardia nazionale russa con i cittadini. Sui social circolano video che mostrano come le forze armate stiano arrestando i manifestanti, a volte in modo violento, cercando di farli disperdere sparando colpi in aria. Sergey Melikov, leader della Repubblica del Daghestan, ha scritto sul suo canale Telegram che è diventato ormai necessario correggere gli «errori commessi all’inizio della mobilitazione», aggiungendo che tra le persone mobilitate c’è anche chi non soddisfa i criteri indicati: studenti, padri di figli piccoli e «ragazzi che non hanno mai tenuto un fucile in mano». Oggi, 25 settembre, le proteste hanno portato anche al blocco dell’autostrada che passa vicino al villaggio di Endirei. Qui, raccontano i media locali, sono state arruolate 110 persone tra i 7.500 residenti: «La gente è uscita per proteggere i propri figli, fratelli e mariti».


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