Telefonata Draghi – Zelensky, il premier italiano: «L’Italia non riconoscerà i referendum in Ucraina»

Il colloquio sugli sviluppi della situazione nel Donbass, a Cherson e Zaporizhzhia e le rassicurazioni di Mario Draghi

L’Italia non riconoscerà i risultati dei referendum svolti nei territori occupati in Ucraina per l’annessione alla Russia. È questo l’esito e la rassicurazione del presidente del Consiglio uscente Mario Draghi a Volodymyr Zelensky, nel corso di un colloquio telefonico tra i due oggi, 29 settembre. A riferirlo è Palazzo Chigi che ha sottolineato come la conversazione si sia focalizzata «sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno e sui referendum illegali indetti dalla Federazione Russa nel Donbass, a Cherson e Zaporizhzhia». Draghi ci ha tenuto a confermare, in questo periodo di transizione politica del nostro Paese che allarma l’estero, come il sostegno da parte del Governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraina resterà saldo.


Verso un incontro tra Erdogan e Putin sui referendum

Cominciati lo scorso 23 settembre e finiti in questi giorni, i referendum sono stati dichiarati illegittimi da più fronti, a partire dal presidente ucraino che riferisce di persone «obbligate a votare con le minacce». Anche la Cina continua ad appoggiare al linea della «Sovranità e integrità territoriale di ogni Paese», mentre gli Stati Uniti hanno definito – attraverso le parole di Joe Biden – le consultazioni una vera e propria «farsa», e la Turchia di Erdogan ha riconosciuto come stiano «causando problemi». Il presidente turco ha inoltre fatto sapere che oggi intende discutere della questione con il presidente russo Vladimir Putin. «Dovremmo risolvere questo problema attraverso la diplomazia», ha detto in un’intervista a Cnn Turk evidenziando come Zelensky abbia chiesto il sostegno di Ankara per convincere Putin.


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