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Rosy Bindi chiede lo scioglimento del Pd: «Il Congresso? Sarebbe accanimento terapeutico»

30 Settembre 2022 - 06:48 Redazione
rosy bindi
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L'ex presidente: ci risparmino la resa dei conti interna

Rosy Bindi, ex presidente del Partito Democratico dal 2009 al 2013 oltre che ministra della Salute, chiede lo scioglimento del Pd. E dice che un altro congresso con la corsa al segretario sarebbe un accanimento terapeutico. Bindi ha firmato un appello insieme ad altre venti personalità del mondo cattolico. Tra cui Domenico De Masi e Tomaso Montanari. E dice che la sconfitta alle elezioni parte da lontano: «Non c’è stata condivisione di un progetto politico che unisse ai valori del nostro campo la cultura di governo. E che sapesse interpretare l’esigenza di un radicale cambiamento che la situazione impone. Il Pd ha preferito rimanere al governo anche in momenti in cui sarebbe stato meglio andare a votare…». Lo ha fatto per «malinteso senso di responsabilità quando non per brama di potere. Ma questa scelta l’ha consegnato a un’afasia: così facendo, il Pd non si è mai dedicato a se stesso». Adesso, secondo Bindi, è il momento di «essere tutti pronti a mettersi a disposizione, fino allo scioglimento dell’esistente, per costruire un campo progressista coinvolgendo quelle realtà sociali che già interpretano il cambiamento e non trovano rappresentanza politica». L’alternativa è lo scioglimento? «Sì. E ci risparmi la resa dei conti interna, perché la ritualità del congresso è ormai accanimento terapeutico».

Per l’ex presidente il Pd non doveva consegnarsi all’agenda Draghi. «Perché si trattava di un governo di larghe intese. Bisognava garantire lealtà, sì, ma guardando al futuro. Come sulla guerra: non doveva esserci nessun dubbio da che parte stare, ma come starci forse sì. Per esempio rivendicando l’autonomia dell’Europa nell’Alleanza atlantica. Se ti appiattisci sul governo Draghi, è naturale che non puoi fare alleanze con chi lo fa cadere». Bindi dice che Carlo Calenda e il Terzo polo non sono interlocutori del Pd. E ne ha anche per il nuovo governo di Meloni: «Prima di tutto che si ricordino che non sono maggioranza nel Paese. Leggo che ritengono vecchia la Costituzione: mi piacerebbe chiedere loro se sanno quanti anni ha la Costituzione americana. Da questo governo mi aspetto un ancoraggio all’Europa, e parole chiare sulle intemperanze di una parte del loro mondo».

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