L’ambasciata russa pubblica le foto di bombe italiane inviate a Kiev: «Fornire armi non risolve il caro-bollette»

La provocazione è stata pubblicata sui social il giorno in cui il ministro Guerini ha illustrato al Copasir il quinto decreto per l’invio di armamenti all’Ucraina

Soldati con la “Z” in petto, esplosivi e componenti di armi pesanti. L’ambasciata russa in Italia ha pubblicato sui social tre fotografie di armi inviate dall’Italia a Kiev e sequestrate dall’esercito di Mosca. Con una didascalia: «Le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro bollette». Un vero e proprio attacco alla politica italiana nel giorno in cui in cui il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha illustrato al Copasir il quinto decreto per l’invio di armamenti.


La nota del presidente del Copasir, Adolfo Urso, sull’audizione di Guerini

«Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nella seduta odierna, ha svolto l’audizione del ministro della Difesa, onorevole Lorenzo Guerini. Nel corso dell’audizione, il ministro ha aggiornato il Comitato in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina rispetto anche alle sue molteplici recenti implicazioni nello scenario geopolitico. Nel corso dell’audizione si sono inoltre condivisi in modo esaustivo i contenuti del quinto decreto interministeriale che autorizzerà la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina, riscontrando l’aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento. Il Comitato ha altresì esaminato: uno schema di decreto relativo all’impiego del personale delle forze speciali della Difesa all’estero, esprimendo all’unanimità parere favorevole su proposta avanzata dal relatore, onorevole Maurizio Cattoi; uno schema di regolamento relativo all’impiego all’estero del personale dell’Aise, esprimendo all’unanimità parere favorevole su proposta avanzata dalla relatrice onorevole Federica Dieni; uno schema di decreto recante misure di intelligence di contrasto in ambito cibernetico, esprimendo all’unanimità una valutazione favorevole su proposta del relatore senatore Paolo Arrigoni».


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