Trovato l’accordo sulla presidenza delle Camere: La Russa al Senato, Molinari a Montecitorio

La probabile intesa arriva dopo una giornata di attesa e stallo per il centrodestra

Alla vigilia dell’insediamento di Camera e Senato e dell’inizio della XIX legislatura, dopo ore di stallo sembra che il centrodestra abbia raggiunto un accordo sulla presidenza delle Camere con Ignazio La Russa al Senato e il leghista Riccardo Molinari alla Camera. Il presunto accordo, anticipato dal sito de La Repubblica, arriva dopo ore concitate per il centrodestra. È infatti saltato l’atteso vertice a Villa Grande tra i leader dei tre partiti della coalizione vincente alle ultime elezioni. Solo la premier in pectore Giorgia Meloni, insieme a Ignazio La Russa, si è presentata nel pomeriggio nella residenza romana di Silvio Berlusconi per l’incontro. Il Cav avrebbe chiesto a Meloni i seguenti ministeri: Esteri, Giustizia, Sviluppo economico e Turismo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha dato forfait, ma risulta comunque aver incontrato la leader di Fratelli d’Italia nel pomeriggio a Montecitorio, prima dell’incontro con Berlusconi. Il segretario del Carroccio, nel pomeriggio, ha riunito il Consiglio federale della Lega e reclamando nuovamente per sé il Viminale e, al contempo, avrebbe detto ai suoi di volere il ministero delle Infrastrutture, quello degli Affari Regionali, delle Infrastrutture e il Mef. Salvini, inoltre, aveva rilanciato la candidatura di Roberto Calderoli alla presidenza del Senato, in contrapposizione proprio con La Russa. Successivamente, fonti interne del Carroccio hanno assicurato che da parte della Lega non esiste alcun «veto». E anzi, spiegano che «c’è massima disponibilità a confrontarsi e ad assumersi tutte le responsabilità richieste da un momento così difficile per il Paese».


La giornata

Ma i tempi stringono. E Giorgia Meloni, durante la giornata, ha dichiarato: «La situazione dell’Italia non è facile, non possiamo perdere tempo», pur dicendosi «ottimista e tranquilla, in attesa la votazione in Senato di domani». Tra le questioni da affrontare restano ancora aperte quelle relative ai nomi per i ministeri dell’Interno e dell’Economia. E proprio il dicastero in via XX settembre andrà con tutte le probabilità all’uscente titolare del Mise, il leghista Giancarlo Giorgetti. Il vicesegretario leghista, nel pomeriggio, commentando il fatto che il vertice del centrodestra fosse saltato e la situazione all’interno della coalizione si fosse incartata, ha risposto in modo sibillino: «C’è ancora stasera, c’è ancora tempo, ma non troppo». Lasciando Montecitorio dopo il consiglio federale leghista, rispondendo a un cronista del Fatto Quotidiano sul suo essere ormai da giorni indicato come prossimo titolare del Tesoro, Giorgetti ha replicato: «Non leggo i giornali, ma poi è lunga. Manca ancora una settimana per fare il governo». E Giorgetti si è poi congedato con una battuta: «Ho ricevuto l’offerta dalla Juventus (confermando dunque che l’offerta per il Mef è concreta) e sono confuso ma “Allegri”», riferendosi a precedente scambio avuto con Peppe Provenzano del Pd, con cui il vicesegretario della Lega ha ironizzato: «Io al Mef? Ho ricevuto un’offerta per sostituire Allegri alla Juventus…». Non è inoltre da escludersi l’ipotesi per cui Giorgetti possa essere eletto al posto del collega Molinari alla guida della Camera, o che sia indicato per la guida di un altro ministero o, ancora, durante questa legislatura resti fuori dalla lista dei ministri e faccia il semplice deputato. Sempre per la guida della Camera, inoltre, non è detto che il nome del candidato della Lega possa cambiare, anche su spinta del Comitato Nord recentemente creato da Umberto Bossi. In tal caso è possibile ipotizzare che possa emergere un candidato, o una candidata leghista, in “quota Nord”, con bussola rivolta verso il Veneto. Tra i possibili nomi farsi strada quello di Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega ed ex ministro per la Famiglia e agli Affari europei. Insomma, i nomi sembrerebbero esserci, ma nulla è davvero certo. Tutto dipenderà dalla partita del Senato. Si inizia domani, alle ore 10.30. A presiedere la prima seduta la senatrice a vita, Liliana Segre. Solo allora si inizierà a giocare a carte scoperte all’interno della coalizione di centrodestra. E non si escludono sorprese.


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