Cosa c’è nel piano di pace tra Russia e Ucraina che Erdoğan proporrà a Putin

Un accordo per il Cessate il Fuoco ma con il riconoscimento di alcuni dei territori annessi da Mosca

Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan presenterà una proposta di pace tra Russia e Ucraina a Vladimir Putin durante l’incontro di oggi ad Astana, capitale del Kazakhistan. Una mediazione che promuove Ankara a mediatore. E che candida la capitale o Istanbul a sede di eventuali colloqui tra lo Zar e Volodymyr Zelensky. Dopo gli accordi sul grano e sullo scambio di prigionieri che ha coinvolto il Battaglione Azov, Erdogan diventa il mediatore ufficiale della crisi. Perché nonostante il suo paese faccia parte della Nato la Turchia ha cercato di mantenere relazioni con Russia e Ucraina anche dopo il 24 febbraio. Anche per tutelare i suoi interessi, visto che dipende dal petrolio di Mosca. «Probabilmente Erdogan proporrà qualcosa in maniera ufficiale», ha annunciato ai media il consigliere diplomatico di Putin Yuri Ushakov. Il quale dice di aspettarsi un «colloquio interessante e utile» tra i due leader.


Il tentativo di negoziato

Il tentativo di negoziato è previsto in diversi formati. E senza escludere la partecipazione di Kiev. Fa il paio con quello ipotizzato (ma per smentirlo) da Joe Biden dopo le voci di un incontro in programma al G20 con Putin. Secondo fonti russe la proposta della Turchia si basa su tre punti fondamentali:


  • il Cessate Il Fuoco tra i due paesi con una tregua da trasformare in pace;
  • il riconoscimento di parte dei territori annessi da Mosca;
  • la creazione di una zona-cuscinetto tra la Russia e l’Ucraina con gestione internazionale dei confini.

Come sappiamo, Zelensky ha vietato i negoziati con Putin. E ha anche detto che vuole «piantare bandiere ovunque in Donbass». Chiedendo quell’adesione rapida alla Nato che però è impossibile da ottenere per un paese in guerra. Ecco quindi che appare molto difficile trovare un modo per soddisfare da parte di Kiev il punto 2 del negoziato. Anche perché gli ucraini hanno fatto sapere in più occasioni di volersi riprendere la Crimea. Che ormai dal 2014 è sotto il controllo russo. Pare difficile che Zelensky torni sui suoi passi. Così come pare molto difficile che la Russia accetti una gestione “internazionale” dei suoi confini. Visto che ha invaso l’Ucraina proprio per questo motivo.

Leggi anche: