Iran e Israele: chi c’è dietro la guerra dei droni kamikaze che si combatte tra Russia e Ucraina

Sin dall’inizio dell’invasione, il conflitto tra le forze armate di Kiev e quelle di Mosca ha richiesto l’intervento degli Stati esteri

A fronteggiarsi sul suolo ucraino non sono soltanto le forze armate di Kiev contro quelle di Mosca. L’intreccio dei diversi interessi esteri si manifesta attraverso la fornitura delle armi ai rispettivi Stati. Questo è il caso dell’Iran, che avrebbe fornito alla Russia droni kamikaze per rinsaldare l’alleanza: armi usate nelle ultime ore per colpire diversi punti della Nazione invasa. Valentyn Reznichenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, ha dichiarato su Telegram che le forze ucraine avrebbero abbattuto dieci droni kamikaze nella regione. Ieri sera, i russi avrebbero attaccato Zaporizhzhia con droni kamikaze, provocando danni alle infrastrutture, secondo quanto denunciato dal segretario del consiglio comunale della città, Anatoly Kurtev. Poche ore prima, il governatore dell’oblast di Kiev Oleksiy Kuleba aveva denunciato attacchi analoghi nell’area attorno la Capitale.


Chi c’è dietro le armi fornite a Mosca e a Kiev

Lo scorso luglio la Cnn aveva divulgato alcune immagini che proverebbero le visite di una delegazione all’aeroporto iraniano di Kashan. Ma quello iraniano non è l’unico interesse in gioco in grado di incidere sulle sorti del conflitto. L’invio di armi alla controparte vede protagonista, tra gli altri, gli Stati Uniti: solo ieri, 14 ottobre, è stato approvato un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev, in termini di munizioni e veicoli militari, per un valore di 725 milioni di dollari. Ciò porterà il totale degli aiuti statunitensi inviati dal 24 febbraio (data di inizio dell’invasione) a oltre 17,5 miliardi di dollari. Ma ai partner più noti, categoria a cui per esempio appartiene anche la Germania, si uniscono finanziatori nuovi e finora reticenti. E qui entra in gioco Israele. Come ricostruisce oggi la Repubblica, nonostante la sua linea politica abbia tentato di rimanere finora neutrale, a partire da settembre un’azienda israeliana – anonima – avrebbe cominciato a vendere alla Polonia armi anti-drone, capaci di interferire con il volo dei droni iraniani, che poi sono state trasferite all’Ucraina. Mentre le armi iraniane risultano un’arma «povera», lenta e obsoleta, le munizioni israeliane avrebbero una tecnologia militare sofisticata, dunque la loro vendita non potrebbe avvenire senza il consenso di Gerusalemme. Secondo quanto riportato dal New York Times, inoltre, Israele avrebbe fornito agli ucraini «intelligence di base» sui droni iraniani, e consentito la vendita di immagini satellitari ad alta definizione ai soldati ucraini. Un’ingerenza che potrebbe essere in parte spiegabile con la recente rivelazione riguardo la presenza di uomini della Guardie della Rivoluzione iraniane sul territorio
ucraino.


Le armi russe in mano alle forze ucraine

Per il momento, comunque, le forze armate di Kiev sembrano resistere anche grazie ai mezzi militari di un altro insospettabile Stato: la Russia. 460 carri armati russi, 92 obici, 448 veicoli da combattimento di fanteria, 195 veicoli da combattimento blindati e 44 sistemi missilistici a lancio multiplo: questo sarebbe stato il bottino di cui si sono appropriati gli uomini di Zelensky grazie alla rapida avanzata dell’Ucraina nella regione di Kharkiv (nord-est) il mese scorso. A queste si aggiungono le armi prese durante la ritirata della Russia dalla Capitale e da altre parti dell’Ucraina settentrionale lo scorso aprile.

Foto copertina da: Domani

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