Londra, attivisti su un ponte a 84 metri d’altezza: traffico in tilt. La protesta contro i combustibili fossili – Foto e video

Dopo la zuppa lanciata contro I girasoli di Van Gogh, gli attivisti mettono in scena un’altra azione di protesta nella campagna Just stop oil

Resterà bloccato per almeno 24 ore il traffico stradale in uno dei principali ponti di Londra dopo che due attivisti sono saliti a quasi 84 metri di altezza sul lato nord del ponte Dartford Crossing, come azione di protesta ambientalista non violenta. Si tratta di un importante attraversamento stradale che passa sul fiume Tamigi, e che ha costretto la polizia locale a chiudere l’accesso al ponte per diverse ore finché i due attivisti non saranno scesi e messi in sicurezza, come raccontano gli stessi ambientalisti sul sito della campagna Just Stop Oil, che unisce diversi gruppi di attivisti nella lotta alla produzione di combustibili fossili nel Regno Unito. L’organizzazione è la stessa a cui appartengono i ragazzi che hanno lanciato la zuppa di pomodoro contro I Girasoli di Van Gogh alla National gallery di Londra.


Chi sono i due manifestanti

Il gruppo ha riferito che i due manifestanti sono Morgan Trowland, 39 anni e ingegnere progettista di ponti di Londra, e Marcus, 33 anni e insegnante in Inghilterra. «Come ingegnere civile professionista, ogni anno, rinnovando la mia iscrizione, mi impegno ad agire nel rispetto del nostro codice etico, che mi impone di salvaguardare la vita umana, il benessere e l’ambiente», ha dichiarato Morgan per spiegare il motivo della protesta. «Il nostro governo – ha aggiunto – ha promulgato leggi suicide per accelerare la produzione di petrolio: uccidendo vite umane e distruggendo il nostro ambiente. Non posso sfidare questa follia nel mio lavoro d’ufficio, quindi sto agendo direttamente».


«Aspettateci ogni giorno e ovunque»

Gli attivisti di just Stop Oil stanno compiendo una serie di azioni di protesta in tutto il Regno Unito. La salita sul ponte di oggi segue a oltre due settimane di interruzioni da parte degli ambientalisti che hanno portato a oltre 450 arresti, di cui 14 solo ieri a seguito del blocco di Park Lane e della vernice arancione spruzzata contro la concessionaria Aston Martin. Secondo i dati forniti dal gruppo, da quanto è iniziata la campagna – il 1° aprile – ci sono stati oltre 1.700 attivisti fermati dalle autorità, di cui 5 attualmente in prigione. «Questo non è un evento di un giorno, aspettaci ogni giorno e ovunque», avvisano gli ambientalisti. «Questo è un atto di resistenza – concludono – contro un governo criminale e il loro progetto di morte genocida. I nostri sostenitori torneranno oggi, domani e il giorno dopo ancora fino a quando la nostra domanda non sarà soddisfatta: nessun nuovo petrolio e gas nel Regno Unito».

Just Stop Oil anche in Italia: bloccato il Grande Raccordo Anulare

Ad aderire alla campagna Just Stop Oil ci sono anche gli attivisti italiani di Ultima Generazione, che da diversi mesi compiono azioni di protesta bloccando il traffico delle strade italiane o con blitz ai musei e ai luoghi di cultura. Oggi, 17 ottobre, sono tornati a bloccare il Grande Raccordo Anulare di Roma all’altezza dell’uscita 12 per portare nuovamente all’attenzione la richiesta di interrompere gli investimenti in combustili fossili e di accelerare quelli sulle rinnovabili. Tra gli attivisti coinvolti c’era anche una ricercatrice in scienze e tecnologie dei materiali al Politecnico delle Marche, Maria Letizia Ruello, che ha dichiarato: «Ho molta fiducia nella scienza e so bene quanto ha fatto e sta facendo per offrire soluzioni alla crisi eco-climatica. Ma ora l’unica scienza che ci può aiutare è quella che ci dia un metodo per convincere i governi a fare la loro parte». Come nelle altre manifestazioni, la rabbia degli automobilisti non è mancata e i manifestanti sono stati portati via di peso dalle autorità.

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