Regno Unito, Boris Johnson rinuncia alla corsa per Downing Street. «Non si può governare senza un partito unito in Parlamento»

L’ex premier non si candiderà alla successione di Liz Truss. Ha riferito di aver ottenuto il sostegno di 102 parlamentari: «Nonostante questo non è la cosa giusta da fare», ha detto

Boris Johnson ha deciso: non si candiderà per diventare il prossimo leader del partito conservatore britannico e di conseguenza primo ministro del Regno Unito. Dopo le dimissioni di Liz Truss, le voci su un possibile ritorno di Johnson si sono rincorse fino all’ultimo, nel calcolo ipotetico dei parlamentari necessari a sostenere una sua nuova candidatura. Ma secondo quanto riportato dalla Bbc, l’ex primo ministro britannico ha deciso di mollare la presa. «Nonostante avesse il sostegno dei parlamentari necessari per candidarsi Boris Johnson è giunto alla conclusione che “semplicemente non sarebbe la cosa giusta da fare” perché “non si può governare efficacemente se non si ha un partito unito in Parlamento”». In quanto a sostegno, il redattore politico della Bbc Chris Mason ha riferito quanto detto da Johnson: «Dice di aver avuto l’appoggio di 102 parlamentari». Lo scorso 20 ottobre, in una giornata difficilissima per i Tory britannici, con le dimissioni di Liz Truss, insediata Downing Street appena 45 giorni prima, Johnson aveva deciso di interrompere le sue vacanze ai Caraibi e tornare Londra. In quel momento i media avevano visto la corsa dell’ex premier come gesto non del tutto disinteressato. Pochi giorni le fonti di Downing Street avevano raccontato di un Boris Johnson a caccia di firme, con l’incognita a tratti più concreta di una nuova candidatura. Ora l’annuncio ufficiale tira ufficialmente fuori dai giochi l’ex premier.


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