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Rave di Modena, Salvini trasmette in diretta lo sgombero nel giorno del Cdm: «È finita la pacchia»

31 Ottobre 2022 - 13:08 Felice Florio
Sbarchi, reddito di cittadinanza, tetto al contante, pensioni, cartelle esattoriali, mascherine: la Lega corre a intestarsi slogan e battaglie per recuperare il consenso perso alle ultime elezioni

Oggi, 31 ottobre, a Palazzo Chigi è stato convocato il primo Consiglio dei ministri operativo del governo Meloni. Tra i punti all’ordine del giorno, oltre alla probabile lista di viceministri e sottosegretari, ci sono gli alleggerimenti in materia di contrasto al Covid, gli emendamenti al decreto Aiuti ter, il puntellamento dell’ergastolo ostativo e, annuncia lo staff del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, una serie di misure per aumentare la sicurezza e dotare le autorità di «nuovi e più efficaci strumenti di prevenzione e intervento». Nelle casistiche sulle quali il Viminale spera di mettere delle strette, rientrano anche i rave party, come quello in corso di sgombero nel Modenese. Sgombero trasmesso in diretta sui social da Matteo Salvini. Il leader della Lega, quasi in concomitanza con il Consiglio dei ministri nel quale siede da vicepremier e ministro delle Infrastrutture, decide di captare il segnale dell’agenzia video Local Team e mostrare ai suoi milioni di follower lo smantellamento dell’area dove migliaia di persone provenienti anche dall’estero si erano riunite nel weekend per un rave party di Halloween. «Modena, sgombero e sequestri in corso al rave party. Pugno duro contro droga, insicurezza e illegalità. È finita la pacchia», sentenzia il segretario del Carroccio nella didascalia che accompagna il livestreaming dello sgombero.

Dal 25 settembre, giorno in cui il centrodestra ha conquistato la maggioranza nelle urne, Salvini ha alzato i toni della comunicazione su battaglie che sono identitarie non tanto della Lega Nord delle origini, quanto del corso assunto dal partito quando Roberto Maroni è stato sostituito proprio da Salvini. Come nel governo Conte uno, la Lega di Salvini premier preme l’acceleratore per compiere il sorpasso a destra. Persino Giorgia Meloni, la cui propaganda è imbrigliata nel tentativo di istituzionalizzare l’immagine di sé e di Fratelli d’Italia, rischia di essere superata dal suo vicepremier sui temi che, a furia di annunciarli, dovranno diventare agenda di governo. Un esempio nitido è l’innalzamento del tetto al contante: il deputato leghista Alberto Bagnai ha depositato una proposta di legge poche ore prima che Meloni ottenesse la fiducia a Palazzo Madama. Il tema diventa preponderante nel corso della giornata e gli esponenti di Fratelli d’Italia non possono che inseguire il trend. Dinamiche simili nella comunicazione del Carroccio si sono viste anche sul reddito di cittadinanza. Salvini, sui social e nelle interviste, incalza: recuperare un miliardo sugli otto necessari per finanziare il sussidio ogni anno e, con quei soldi, finanziare Quota 102. «Il miliardo lo recupereremo sospendendo per sei mesi il reddito di cittadinanza a quei 900 mila percettori che sono in condizioni di lavorare e che già lo percepiscono da 18 mesi».

Meloni non può smentire pubblicamente questa e le altre proposte avanzate dal vicepremier. Salvini riesce così a mettere la fiche della propaganda sia sul rosso che sul nero: si mostra al pubblico come il più duro, il più netto tra gli alleati del centrodestra e, nel caso in cui il governo riuscisse davvero a finalizzare le idee proclamate dal leghista – che siano dentro o fuori dal programma di coalizione -, potrà intestarsi il merito di essere stato il primo a sollevare la questione. Nel florilegio di proposte che il segretario leghista continua a declamare in tutte le piazze, virtuali e reali, compaiono anche lo stop a mascherine e sanzioni per i no vax, la pace fiscale, la riforma delle pensioni e la lotta all’immigrazione. Su quest’ultimo punto, gli dà manforte proprio il suo ex capo di gabinetto del Viminale Piantedosi. Il ministro tecnico, promosso nel governo Meloni alla guida degli Interni che furono di Salvini, si sta mostrando particolarmente severo in materia di flussi migratori, sicurezza, contrasto alla droga. E la strategia comunicativa della Lega, che nella trattative del governo ha accettato che fosse un tecnico a gestire il Viminale, adesso verte tutta sull’aderenza reciproca tra il lavoro di Piantedosi e le lotte del capitano di via Bellerio.

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