Stupro di gruppo di Capodanno a Primavalle, la vittima del branco tenta il suicidio: «Volevo farmi del male, è tutta colpa mia»

La giovane è stata trovata esanime a terra ed è stata soccorsa dopo avere tentato di togliersi la vita. Si trova ora in una struttura riabilitativa, assistita da medici e specialisti

È passato oltre un anno da quando una 16enne sarebbe prima stata drogata con il Gbl (la cosiddetta «droga dello stupro») e successivamente è stata vittima di abusi sessuali da parte di almeno cinque ragazzi durante una festa organizzata in una villetta privata a Primavalle a Roma, durante il Capodanno 2021. La giovane, divenuta nel frattempo 18enne, ha tentato di superare il trauma e di riprendere in mano la propria vita dopo le violenze sessuali subìte. È tornata a studiare in Spagna, lontano da Roma, per poter dimenticare e poter dare il via a una nuova vita, diplomandosi e proseguendo gli studi. Ma così come riporta la Repubblica, la giovane ha comunque continuato ad avere problemi legati alla violenza subìta, come difficoltà di concentrazione, ansia, depressione. Problemi che sono andati via via crescendo, anche perché dall’esterno le è stata imputata la colpa di «aver messo nei guai tutti quanti». E son bastate queste parole per innescare in lei un crescente senso di colpa, fino al capovolgimento della realtà dei fatti nella mente della ragazza. La giovane infatti si sentiva colpevole per quanto accaduto, cosa che accade a numerose vittime di abusi sessuali. E a mano a mano che sono riaffiorati i ricordi, anche con l’avvicinarsi del processo, la giovane ha iniziato ad avere disturbi del comportamento alimentare e a compiere ripetutamente atti di autolesionismo, fino a finire priva di sensi nella propria camera del campus studentesco. E la giovane, appena ripresa conoscenza, alle persone che l’hanno soccorsa ha detto: «Volevo farmi del male, è tutta colpa mia». La 18enne è stata subito soccorsa e successivamente trasferita in una clinica, in Italia. E nella clinica risulta avvolta da una nebbia cognitiva associata ad altri problemi innescati dalla violenza sessuale subita e la poca fiducia nel futuro: «Vedo il vuoto, vedo nero, sto provando a ricordare cosa è accaduto». Dall’altro la lucidità: «Ho subito uno stupro». Insomma, è la vittima. Il percorso riabilitativo della giovane durerà a lungo, ma con il sostegno dei medici e dei professionisti la strada per riprendere in mano la sua vita, un’altra vita verrà.