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Dopo Twitter e Meta anche Disney stringe la cinghia. Verso il taglio del personale: «Prenderemo decisioni scomode»

12 Novembre 2022 - 17:34 Ygnazia Cigna
Il colosso ha registrato un rosso di 1,5 miliardi di dollari negli ultimi tre mesi

«Assumeremo decisioni difficili e scomode». Con queste parole l’amministratore delegato del colosso Walt Disney, Bob Chapek, ha annunciato il taglio dei costi parlando anche di possibili riduzioni del personale. «Nel processo di revisione dei costi guarderemo a tutte le strade percorribili per individuare risparmi e anticipiamo che potrebbero essere riduzioni dello staff», ha spiegato Chapek senza però indicare la reale entità del possibile numero di tagli del personale. Quello che è noto al momento è che il processo di riduzione dei costi sarà portato avanti da una task force creata ad hoc. Oltre a non escludere un taglio dello staff, Topolino ipotizza anche un congelamento delle assunzioni e la riduzione al minimo dei viaggi di lavoro dei dipendenti. Per quanto riguarda quest’ultimo punto sembra che si procederà solo con gli spostamenti considerati indispensabili, per il resto si opterà per gli incontri virtuali.

Le cause

Tutto questo arriva a seguito dell’analisi trimestrale della società, rivelatasi deludente, e in particolare, alle perdite avute nei servizi di streaming. Negli ultimi tre mesi Disney ha infatti registrato un rosso operativo di 1,5 miliardi di dollari dovuto soprattutto all’aumento dei costi per la produzione dei contenuti e alle spese di marketing. E sarebbe proprio in queste due aree che l’amministratore delegato vorrebbe intervenire «senza sacrificare la qualità, ma rendendo gli investimenti efficienti e con benefici tangibili per il pubblico e la società». Secondo le previsioni di Chapek, la società potrebbe girare in utile nel 2024, grazie al piano di ridimensionamento dei costi, ma anche all’aumento dei prezzi degli abbonamenti e all’introduzione dei servizi con pubblicità. In questo 2022, per i media digitali si sta tracciando un quadro piuttosto negativo, avviato già da Twitter che ha dimezzato la forza lavoro e Meta che ha tagliato 11.000 posti. Nella Silicon Valley sono stati tagliati oltre 100mila posti di lavoro dall’inizio di quest’anno.

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