Regionali in Lombardia, c’è un altro candidato. Il dem Pierfrancesco Maran: «Corro contro Moratti e Fontana». Gelo del Pd

L’esponente dem, 42 anni, è attualmente assessore del Comune di Milano. Durante l’annuncio ha preso le distanze sia dal M5s, sia dalla candidata del Terzo Polo: «La candidatura del centrosinistra è l’unica che può battere la Lega e la destra»

Pierfrancesco Maran, 42 anni, attuale assessore a Casa e Piano quartieri del comune di Milano ed ex assessore Trasporti e all’Urbanistica, è il primo ufficiale candidato del Partito Democratico per la presidenza della regione Lombardia. E non è detto che resti l’unico, dopo questo primo passo in avanti da parte di un esponente del Pd lombardo. Già perché dopo dietrofront di Cottarelli e il niet di Giuliano Pisapia, Maran ha ufficializzato quest’oggi la propria candidatura a margine di un evento al Teatro Franco Parenti di Milano: «Mi candido alla Presidenza della Regione Lombardia perché dopo 30 anni di destra voglio offrire un’alternativa politica e amministrativa coinvolgendo le migliori energie che sono già presenti nel nostro territorio. La destra in Lombardia si è ridotta a rendite di posizione e lotta di potere. È sempre più evidente il divario tra il governo della Lombardia e i 10 milioni di lombardi che ogni giorno lavorano, studiano, investono, rischiano, si prendono cura degli altri».


E il primo candidato dem verso il Pirellone ha poi aggiunto: «La politica è coraggio ed è anche saper rompere gli schemi. La mia candidatura rompe gli schemi e dice ai lombardi che siamo liberi e autonomi. E io voglio rispondere ai cittadini e non alla politica chiusa nelle stanze. Può piacere o no questa proposta ma è chiara nel dire: partiamo questo weekend, non lasciamo altro tempo a Moratti e Fontana. Se ci sono delle proposte alternative si palesino». Di fatto, Maran al momento è l’unico candidato in area del Pd (in attesa delle annunciate primarie) contro l’attuale presidente della Regione, il leghista Attilio Fontana, e contro l’ex vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, sostenuta dal Terzo Polo, dove però – soprattutto a livello locale – negli ultimi giorni si è registrato un certo malcontento per la decisione di candidare l’ex vicepresidente della Regione sotto l’ala del Terzo Polo.


Maran, nell’annunciare la sua candidatura ha inoltre allontanato la possibilità di accordo con il M5s: «In Lombardia, i 5 stelle non hanno mai sfondato per un motivo: hanno iniziato a fare politica perché in Italia c’era e c’è tutt’ora un serio problema di legalità. La nostra esperienza ci dice che noi siamo intransigenti, non lasciamo il tema della legalità a nessuno, lo rappresentiamo noi. Non abbiamo bisogno di pensare che servono i 5 stelle, che in Lombardia significano decrescita, perché noi non siamo in grado di farlo. Non dobbiamo delegare questi temi, perché noi siamo questi temi qui». Ma subito dopo l’annuncio della candidatura di Maran si è levata la voce contraria di Vinicio Peluffo, segretario del Partito Democratico in Lombardia: «Non è stato ancora raggiunto un accordo in tal senso. Se qualcuno pensa che la strada della coalizione sia da abbandonare per una corsa solitaria del Pd si pone in netta contraddizione con quanto deciso insieme».

Ma Maran ha subito replicato: «Ne ho parlato anche con il mio sindaco, Giuseppe Sala, con gli altri sindaci del territorio, ho informato il segretario nazionale Enrico Letta e quello regionale Vinicio Peluffo. Questi sono i passaggi che ho fatto e dubito che ora sia troppo tardi per fare le primarie». Al contempo Maran ha aperto agli elettori del Terzo Polo, che soprattutto a livello locale, hanno espresso un certo malcontento per la decisione di candidare Letizia Moratti: «Nessun elettore del Terzo polo si sentirebbe a disagio nel votarmi. Non credo che esista qualunque argomento di un elettore del Terzo polo per non votare per me e penso che molti di loro si sentirebbero a disagio a scegliere tra l’ex vicepresidente di centrodestra, Letizia Moratti, e il sottoscritto che rappresenta molto meglio quell’idea di innovazione per cui loro si sono affacciati in politica. Io proverò ad allargare la coalizione il più possibile, se c’è una sfida a tre aumentano le possibilità, anche perché la candidatura del centrosinistra è l’unica che può battere la Lega e la destra».

La frattura del Pd sul sostegno a Moratti: chi è favorevole

Al contempo c’è una parte del Pd, che teme l’ennesima débâcle contro il centrodestra, e che pensa che la candidatura di Moratti sia l’unica via per scongiurare la possibile rielezione del presidente Fontana. Tra questi Roberta PinottiLuigi Zanda e altri esponenti dem. Certo, non mancano perplessità su quella che viene ritenuta una scelta troppo repentina nel dimettersi da vicepresidente della Regione, per annunciare subito dopo la sua candidatura con il Terzo Polo, anche alla luce del fatto che fino a poche settimane fa il nome dell’ex ministra di FI era nella lista dei “papabili” per entrare nel governo Meloni. Tuttavia questa fronda non vorrebbe chiudere la porta aprioristicamente a Moratti, quanto più tentare di capire la convergenza dei rispettivi programmi, anche a seguito dell’invito dell’ex vicepresidente della Regione a confrontarsi con i dem per trovare una convergenza programmatica.

La frattura del Pd sul sostegno a Moratti: chi è contrario

Prima di fare un passo indietro, negli scorsi giorni, sia Cottarelli sia Pisapia hanno preso le distanze dal possibile sostegno del Pd alla candidatura di Moratti. E l’hanno fatto con nettezza. L’economista, prima del suo dietrofront, contava infatti sul sostegno sia del Pd sia del Terzo Polo, definendo la candidatura di Moratti «inaccettabile», facendo così sfumare l’ipotesi avanzata del leader di Azione, Carlo Calenda, che avrebbe voluto una candidatura in ticket per Moratti e Cottarelli. Ancor più netto l’ex sindaco di Milano, Pisapia, che ha definito la candidatura di Moratti «legittima ma spregiudicata», sottolineando come il “riposizionamento” dal centrodestra sotto il simbolo del Terzo Polo andava compiuto prima. «Forse doveva pensarci prima a dire che il centrodestra non andava bene – ha dichiarato Pisapia -. Leggo paragoni con Casini: voglio ricordare che Casini è uscito dal centrodestra nel 2008 ed è stato candidato come indipendente nel 2018. Sono passati 10 anni, non 10 minuti come la Moratti». Quanto invece alla possibile apertura di credito da parte del Pd a Moratti, l’ex sindaco meneghino l’ha definito «un cinismo che non condivido», il cui risultato porterebbe a «imbarcarsi nella più grande operazione suicida della sua storia. Perché si sa che tra la copia e l’originale si sceglie sempre l’originale. E che vittoria sarebbe?».

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