Calenda all’Assemblea di Azione: «Dialetti nelle scuole? Idea idiota». Poi attacca la Lega sull’autonomia

Il leader di Azione si dice contento che Meloni abbia fermato il progetto di Calderoli. Annuncia Carfagna presidente del partito e parla delle elezioni in Lombardia

L’idea di insegnare i dialetti a scuola «è una cosa semplicemente idiota» secondo Carlo Calenda, che a Napoli, in occasione dell’assemblea nazionale di Azione, ha definito così la proposta della Lega. Secondo il leader del Terzo polo, l’inziativa ha poco senso soprattutto perché «oggi alla fine del secondo ciclo di studi i ragazzi risultano meno preparati di tutti gli altri Paesi europei», aggiunge. La critica viene espressa in un generale rifiuto della decentralizzazione del potere. Calenda si dice «molto preoccupato del progetto dell’autonomia di Calderoli» e «molto contento che la Meloni abbia fermato tutto». Secondo il leader di Azione, «bisogna mettere i campani in grado di avere una sanità come quella che hanno i lombardi o in Emilia-Romagna». Prosegue poi con altre critiche alla Lega, Calenda, che dichiara: «La manovra è molto vuota, non c’è niente dentro» per poi aggiungere: «È una “manovra Salvini” con le solite cose: il tetto al contante, i cordoni, le tensioni. Sono tutte cose che tralasciano di toccare i punti fondamentali come l’evasione fiscale e la sanità, per cui sono previsti fondi in discesa».


Il Pd sarà terzo elle elezioni in Lombardia

Il leader del Terzo polo parla poi delle elezioni in Lombardia nel 2023, dopo la notizia della candidatura di Letizia Moratti per il suo schieramento. Calenda prevede un brutto esito per i dem nella maggiore regione d’Italia: «Sulla Lombardia il Pd ha fatto una scelta strana: a candidato una persona molto perbene che però è molto vicina alle posizioni del M5S e che si porta dietro persone del fronte capitalista. A nostro avviso è una scelta molto perdente e arriveranno terzi». Riguardo la scelta di Moratti, storico volto della destra che unendosi alla compagine di Calenda vi si allontana, invece, commenta: «Noi vogliamo stabilire un principio: che le persone capaci, che abbiano militato nella destra o nella sinistra poco conta». «Quello che serve è che stiano insieme per un riformismo pragmatico» – aggiunge – «noi siamo un centro riformista e vogliamo rompere gli schemi della Seconda Repubblica». Inoltre, ribadisce che Azione «non è una costola del Pd», e che se qualcuno pensava di diventarlo, «si sbagliava fortemente». Calenda invita quindi i dem a decidere «se sono con noi o con i 5 Stelle».


Carfagna presidente del partito per parlare al Meridione

Poi, annuncia: «Oggi eleggeremo Mara Carfagna presidente». E ne spiega la ragione: «È una personalità molto importante per noi per parlare al Sud Italia. C’è un lavoro da fare per recuperare la rappresentanza». Secondo Calenda, «il Sud non è condannato all’assistenzialismo, invece può emanciparsi, avere industria, servizi, istruzione e sanità. Questa è la cosa importante e la nostra priorità per i prossimi mesi». Calenda ne ha anche per Di Maio, che si avvicina sempre di più al suo incarico di inviato Ue nel Golfo Persico. «Di Maio non è entrato in Parlamento», dichiara il leader di Azione – «il suo ruolo politico è finito e io non ho altri commenti da fare»

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