Matrimoni, la proposta della Lega: bonus fiscale di 20mila euro a chi si sposa in chiesa. Poi cambia idea: «Lo allargheremo a tutti»

La proposta di legge è stata depositata a inizio legislatura da cinque deputati leghisti ma nelle ultime ore ci sarebbe stato il dietrofront

Un bonus matrimonio, ma solo per chi si sposa in chiesa. È questa la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati a inizio legislatura da cinque parlamentari della Lega: Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Pretto. Se approvata, la misura stanzierebbe un bonus fino a 20mila euro per detrarre il 20 per cento delle spese legate alla celebrazione del matrimonio religioso: fiori decorativi, passatoia, libretti, abiti degli sposi, servizio di ristorazione, parrucchiere, bomboniere e servizio fotografico. L’obiettivo è presto detto: convincere più giovani a scegliere di sposarsi in chiesa, un’usanza sempre più in calo negli ultimi anni. La diffusione della notizia, però, ha generato forti critiche alla Lega e c’è chi solleva dubbi sulla costituzionalità della misura. Sulla scia delle polemiche, i firmatari del documento hanno deciso così di correggere il tiro, annunciando che «durante il dibattito parlamentare il bonus sarà naturalmente allargato a tutti i matrimoni», e non più riservato solo ai riti religiosi.


Palazzo Chigi prende le distanze

Nel frattempo, la premier Giorgia Meloni si smarca dalla proposta leghista: «Il bonus matrimoni non è allo studio del governo», fa sapere Palazzo Chigi con una nota. La proposta di legge, se approvata, andrebbe a beneficio delle coppie under 35 con un reddito (complessivo) inferiore a 23mila euro. Altro requisito importante: i due sposi devono avere la cittadinanza italiana da almeno dieci anni e devono celebrare le nozze tassativamente in Italia. La spesa per lo Stato è quantificata in 120 milioni per il 2023, 90 milioni per il 2024 e 85 milioni per il 2025. A chiarire sul bonus anche lo storico esponente di Fratelli d’Italia e attuale ministro della Difesa Guido Crosetto: «Il bonus nozze non fa parte della manovra», ha detto ospite di Zona bianca su Rete 4. «Si tratta di una proposta presentata da un deputato. Non è mai passato in mente a Palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in chiesa, non è un tema che interessa ad uno Stato laico».


Il «calo verticale» dei matrimoni religiosi

«Le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sono molteplici e di natura differente», si legge nella proposta di legge depositata dai cinque deputati leghisti. Più che il progressivo allontanamento delle nuove generazioni dalla chiesa cattolica, secondo i parlamentari leghisti la scelta del rito civile si deve soprattutto a una questione economica. «Innanzitutto – prosegue il documento – il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso». A dare le cifre precise sul calo dei matrimoni sono gli stessi firmatari della proposta di legge: «In Italia nel 2021 sono stati celebrati circa 179mila matrimoni – precisano i deputati -: rispetto al 2020 si tratta di un raddoppio, anche se questo aumento non è stato sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente. Infatti, rispetto al 2019 i matrimoni sono inferiori del 2,7 per cento». Se è vero che sempre meno giovani decidono di sposarsi, è altrettanto vero che i pochi che lo fanno scelgono principalmente il rito civile. Tra il 2019 e il 2020, infatti, i matrimoni civili sono calati del 28,9%, mentre quelli religiosi hanno subito un «calo verticale» del 67,9%.

Le reazioni dell’opposizione

La notizia di un possibile bonus dedicato solo ai matrimoni celebrati in chiesa ha fatto insorgere le opposizioni. «Al di là della probabile incostituzionalità, si conferma che la Lega di Salvini è letteralmente fuori controllo», ha commentato il leader di Azione Carlo Calenda su Twitter. «Il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno dieci anni e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di reazionario analfabetismo costituzionale», osserva Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa. Dura anche la reazione del Partito Democratico: «Ai leghisti che vogliono regalare 20mila euro di soldi pubblici solo a chi si sposa in chiesa vorrei svelare un segreto insegnatomi da un prete: lo Stato è laico», twitta il senatore dem Enrico Borghi.

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