Cristina Scuccia, l’addio al velo e il nuovo progetto discografico: «Non rinuncio a Dio ma voglio crescere ancora»

L’ex suora di Voice of Italy e il ritorno alla vita laicale: la prima cosa che ho fatto è stata una corsa in bici

«Durante tutto questo periodo ho scritto tanto mettendo tutto nero su bianco. Sto iniziando a lavorare ad un progetto discografico e non mi dispiacerebbe se questa mia recente esperienza finisse in qualche brano». Cristina Scuccia, ovvero l’ex Suor Cristina di The Voice of Italy, ha annunciato una settimana fa a Verissimo che ha lasciato il velo. Oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, svela qualcosa in più sul suo futuro. O per lo meno su come lo immagina lei. Partendo dalla decisione di lasciare le Orsoline: «Non riuscivo più a capire chi fossi. Non ho mai messo Dio in discussione, ma la mia crescita non riusciva più a stare dentro le regole. Poi è morto il mio papà ho deciso di prendermi un anno sabbatico, un anno di silenzio». La sua scelta, ne è convinta, Papa Francesco la capirebbe: «Lui è il pontefice che preferisce perdere per strada un sacerdote, una suora appunto, purché seguano la loro autenticità. Con Sua Santità ho già scambiato qualche parola quando gli regalai il disco, ma adesso mi piacerebbe tanto parlare con lui del mio percorso».


Scuccia, nata a Vittoria in provincia di Ragusa il 19 agosto del 1988, ha pubblicato due album: Sister Cristina nel 2014 e Felice nel 2018. La prima cosa che ha fatto dopo aver lasciato il velo è stata una corsa: «Ho preso una bicicletta ed ho pedalato per ore ed ore sul lungomare della mia città in Sicilia. È lì che ho provato la strana sensazione di respirare la vita a pieni polmoni. E poi con i miei colleghi di lavoro sono anche andata a ballare». E nel colloquio con Pasquale Elia dice di essere favorevole ai matrimoni gay: «Dio giudica solo l’amore e se due persone si vogliono bene cosa c’è di male?». Infine, la risposta sul desiderio di diventare madre: «Una donna è madre in tanti modi, non necessariamente partorendo il proprio figlio. Tendenzialmente tutte le donne sentono la voglia di portare in grembo un bambino, e anche nella vita consacrata io mi sentivo predisposta alla maternità. Ma adesso, pensare di avere un piccino tutto mio, un po’ mi disorienta. Vediamo il Signore cosa vuole da me».


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