Il fondo nero per pagare gli agenti, operazioni sospette e fatture false: la lista dei procuratori nel «sistema Juve»

Un documento allegato alle indagini della procura di Torino sui bilanci juventini mostrerebbe il sistema apparentemente semplice con cui venivano «sistemati» i debiti anche con gli agenti

Un intero capitolo dell’informativa della Guardia di finanza negli atti della procura di Torino riguarda debiti pregressi e plusvalenze fittizie relative a operazioni sospette di cui si accusa la Juventus con alcuni tra i più noti procuratori sportivi nel mondo del calcio. Come riporta Giovanni Tizian sul Domani, il filone di indagine punta a verificare se i profitti sulle cessioni di numerosi giocatori fossero reali o artificiali per sistemare i rendiconti della società degli Agnelli. A proposito infatti delle varie cessioni di giocatori e delle relative plusvalenze, la procura arriva a definirle «fittizie», così come fittizi sarebbero stati diversi mandati per i procuratori: «Si è proceduto all’analisi delle posizioni debitorie di Juventus spa nei confronti di plurimi agenti sportivi, non rese pubbliche ed emerse nel corso delle intercettazioni telefoniche – scrivono i finanzieri – tale esame ha consentito di acquisire riscontri in ordine al rilascio di “mandati fittizi” e alla registrazione, da parte della società torinese, di fatture per operazioni inesistenti». Che quella fosse una pratica consolidata, lo avrebbe confermato anche il ds Federico Cherubini, non indagato, che ai pm risponde sui «mandati artificiali» per gli agenti: «Sì sono a conoscenza di questa pratica». Giovanni Manna, manager della Juve under 23, ha dichiarato che «capita nel mondo del calcio e in tutte le società».


La lista dei procuratori

Dalle carte emergerebbe un documento che «rappresenta la contabilità in nero della Juventus Fc con riguardo ai rapporti con gli agenti e, in particolare, attesta in maniera documentale la sussistenza di posizioni debitorie: di rilievo ponderale significativo (circa 8 milioni al 25.1.2020), derivanti da accordi non tracciati con i singoli dirigenti, non confluite in contabilità e nelle relazioni finanziarie». La lista degli agenti sarebbe consistente, con nomi che vanno da Mino Raiola, morto lo scorso aprile, a Davide Lippi, figlio dell’ex ct azzurro e tecnico della Juve, oltre che titolare della Reset Group. Nella lista di chi ha «emesso fatture per operazioni inesistenti, poi registrate da Juventus FC. e confluite nelle rispettive dichiarazioni fiscali della stessa sono: Gabriele Giuffrida, Giorgio Parretti, Antonio Rebesco, Luca Ariatti, Silvio Pagliari, Giuseppe Galli, Michele Fioravanti». Ci sarebbe un secondo gruppo di agenti, che secondo i finanzieri sono «meritevoli di approfondimento» perché dimostrerebbero la consuetudine con cui si portavano avanti le operazioni finanziarie in casa Juve: «Si tratta di rapporti che non confluiscono nelle contestazioni per reati fiscali operate in questa sede… ciononostante, appaiono di estremo rilievo in quanto espressione del descritto modus operandi di “caricare” / “sistemare” l’agente su operazioni “scariche” nonché della sussistenza di ulteriori profili di opacità (tuttora in corso di accertamento)». L’indagine andrebbe avanti e riguarderebbe nomi come Raiola, Mario Giuffredi, Luca Pulcinelli, Tullio Tinti, Oscar Damiani, Vincenzo Morabito.


Il meccanismo per pagare i procuratori

Nel documento sequestrato allegato alle indagini emergerebbe il sistema per pagare i debiti con i procuratori. Meccanismo in apparenza semplice: «In questi casi, un debito sorto per un determinato affare, ma non ancora pagato, è stato, in un secondo momento, “sistemato” su un altro affare, in relazione al quale l’agente interessato, senza svolgere alcuna reale attività, ha emesso fattura (per prestazione oggettivamente inesistente) contabilizzata da Juventus FC». E poi aggiungono gli inquirenti «Proprio la dicitura “sistemato su” è indice della necessità di attribuire una copertura “ufficiale” al pagamento e, quindi, evidenzia la natura fuori bilancio del debito presupposto (altrimenti regolabile con il riferimento all’operazione originaria indicata in “causale“)».

Le commissioni sui calciatori minorenni

C’era un meccanismo anche per guadagnare dal trasferimento di calciatori minorenni, operazioni che da regolamento non dovrebbero prevedere commissioni: «Possiamo fare un mandato per minori con decorrenza dopo il compimento del diciottesimo anno per la prestazione di rinnovo che facciamo a quell’epoca. L’importante è che l’arco temporale sia compreso nei due anni di validità del mandato». Su questo spiega meglio ai pm Manna, responsabile della Juve under 23: «Il problema nasce che fino a 18 anni non si possono pagare commissioni. E in queste situazioni ci troviamo penalizzati. Gli agenti si fanno poi pagare al rinnovo».

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