Verso la proroga dello smart working per genitori e fragili: cosa prevede l’ipotesi del governo

La misura potrebbe entrare nel prossimo decreto Mille proroghe. Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano in Italia quest’anno si contano 3 milioni e 570 mila smart workers

Proroga dello smart working oltre il 31 dicembre per lavoratori fragili e chi ha figli fino a 14 anni di età a patto che svolgano mansioni compatibili con il lavoro da remoto. È l’ipotesi su cui sta lavorando il governo Meloni e confermata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon su il Messaggero. «Il ministero si sta muovendo, è una delle richieste che abbiamo avanzato», ha detto. La misura in scadenza alla fine di dicembre e che riguarderà sia il pubblico che il privato potrebbe entrare nel prossimo Mille proroghe per favorire anche la prevenzione e la diffusione dei contagi Covid all’interno dei luoghi di lavoro. La decisione finale, fa sapere il quotidiano romano, sarà presa nei prossimi giorni e coinvolgerà altri ministeri, tra cui quello della Salute. Era stato proprio il ministro del Lavoro della scorsa legislatura Andrea Orlando ad allungare fino al 31 dicembre le tutele per i lavoratori “fragili”, ovvero gli immunodepressi, i portatori di disabilità, gli ammalati di patologie degenerative, con il decreto Aiuti bis


I dati

Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, ripresi dal Sole24Ore, in Italia quest’anno si contano 3 milioni e 570mila smart workers. Le previsioni, inoltre, mostrano una leggera crescita per il 2023 con l’obiettivo di raggiungere quota 3 milioni e 630mila. La pandemia ha provocato un’accelerazione del ricorso al lavoro da remoto: prima dell’emergenza, infatti, lo smart working riguardava circa 600 mila lavoratori, di cui 40mila nelle pubbliche amministrazioni. Durante il lockdown, invece, si è raggiunta quota 6,5 milioni. E in questa fase, a causa – anche – del caro energia molte imprese stanno cambiando il loro assetto lavorativo per dare più spazio al lavoro a distanza e combattere, così, l’aumento delle bollette. Lo smart working, riporta l’osservatorio del Polimi, è ormai presente nel 91% delle grandi imprese italiane (81% nel 2021), con circa nove giorni e mezzo di lavoro da remoto al mese.


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