Allarme Covid, l’Ue convoca il Comitato per la sicurezza sanitaria. Test anche per chi arriva negli Stati Uniti dalla Cina

La preoccupazione dei funzionari sanitari statunitensi: «Pechino non condivide abbastanza informazioni sull’aumento dei casi nel Paese»

Dopo che la Cina ha annunciato la fine dell’obbligo di quarantena per chi arriva nel Paese dall’estero, gli altri Paesi hanno alzato il livello di allerta. In Italia il ministro della Salute Orazio Schillaci ha disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. Schillaci ha anche chiesto all’Unione europea di coordinare gli sforzi per contenere l’aumento dei contagi, e in serata la Commissione ha annunciato, per domani 29 dicembre, la convocazione del Comitato per la sicurezza sanitaria «per discutere con gli Stati membri e le agenzie europee le possibili misure» da adottare. Nel frattempo, anche gli Stati Uniti chiederanno il test negativo per il Covid ai viaggiatori che vengono dalla Cina. La misura partirà dal 5 gennaio. I funzionari sanitari hanno spiegato che il motivo risiede nel fatto che Pechino «non sta condividendo abbastanza informazioni sull’aumento dei casi di coronavirus nel Paese». Così «tutti i passeggeri di età pari o superiore a due anni provenienti dalla Cina dovranno sottoporsi al test non più di due giorni prima della partenza dalla Cina, da Hong Kong e da Macao, e mostrare il risultato negativo del test alle compagnie aeree al momento della partenza», ha annunciato un funzionario sanitario federale. Il timore è che con la decisione di Pechino di riaprire le frontiere, e dare il via liberi su tutti i viaggi, possa scoppiare un nuovo disastro globale. Anche l’Europa si è allarmata.


La situazione in Italia

Tra i primi Paesi ad adottare precauzioni c’è stata l’Italia che, con un’ordinanza del ministro della Salute Orazio Schillaci, è stato introdotto l’obbligo dei tamponi negli aeroporti per controllare i viaggiatori in arrivo dalla Cina. Schillaci ha poi invitato Bruxelles ad assumere iniziative simili «su tutto il territorio europeo». Intanto, a Pechino si allungano le file dei malati davanti agli ospedali che – secondo le informazioni che filtrano – sarebbero al collasso. E i dati non rassicurano: secondo la società di ricerca britannica Airfinity, sono oltre un milione i nuovi contagiati e almeno 5 mila i morti al giorno. E la situazione rischia di peggiorare. Solo ieri, 27 dicembre, la Regione Lombardia ha individuato che quasi un passeggero su due arrivato nello scalo milanese dalla Cina, a bordo di due voli, è risultato positivo. Da qui la decisione di introdurre i controlli. Seguita poi dall’aeroporto di Fiumicino. Infine, è arrivata la stretta del governo.


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