Il governo contro Irlanda e Ue per l’etichettatura delle bevande alcoliche. Che cos’è e a che prodotti si applica

Tajani, Zaia e Lollobrigida attaccano il piano di Dublino di apporre avvertenze sanitarie sulle bottiglie di prodotti potenzialmente nocivi

Dopo le levate di scudi della Coldiretti e dei produttori vinicoli, il governo italiano ai massimi livelli alza la voce contro la normativa irlandese, consentita dalla Commissione europea, che mira a prevedere l’etichettatura delle bevande alcoliche con avvertenze sui rischi per la salute simili a quelle apposti sui pacchetti di sigarette. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha bollato come «assurda la decisione dell’Irlanda di introdurre un’etichetta per tutte le bevande alcoliche, incluso il vino italiano, nonostante la contrarietà del Parlamento europeo». Tajani ha deplorato via Twitter, in italiano ed inglese, una «scelta che ignora la differenza tra consumo moderato e abuso di alcol», annunciando di voler richiedere «l’intervento della Commissione Ue sul Wto», l’Organizzazione mondiale del commercio.


Ad andare ancora più pesante contro la scelta di Dublino è stato poco dopo il collega di governo Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e fedelissimo di Giorgia Meloni, che definisce la decisione «gravissima». «Crediamo che dietro questa scelta un’altra volta si miri non a garantire la salute ma a condizionare i mercati e che la spinta in questo senso viene da nazioni che non producono vino e dove si abusa di superalcolici: si vuole equiparare il vino ai superalcolici, ma il vino utilizzato in modo moderato è alimento sano», sostiene Lollobrigida, che ricorda come il Parlamento europeo «ha dato un indirizzo che va in un senso ben diverso: è espressione dei cittadini europei e dovrebbe essere quello che dà indicazioni».


Tutti contro Dublino (e Bruxelles)

A scagliarsi contro il sistema di etichettatura, che potrebbe a questo punto entrare in vigore in Irlanda, ma che si teme possa “contagiare” il resto dell’Unione europea, è anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «L’autorizzazione dell’Ue all’Irlanda a inserire la dicitura “Il vino uccide” sulle bottiglie è una scelta assurda – sbotta Zaia – che rischia di costituire un pericolosissimo precedente soprattutto per le produzioni genuine, a denominazione, risultato di secoli di cultura enoica come le nostre. Occorre opporsi con forza al diffondersi di questa pratica, che appare fuori luogo, inutile e pericolosa» e che causerebbe al solo export del Veneto, secondo Zaia, danni per miliardi di euro. «È una scelta assurda – conclude il governatore del Veneto – perché ogni alimento, nessuno escluso, se consumato in eccesso, può diventare nocivo e, in pura teoria portare alla morte. È quindi inspiegabile perché il vino sì e qualsiasi altro alimento no. Per quanto ci riguarda è e sarà opposizione durissima».

Anche i partiti di opposizione si attestano comunque sulla stessa linea anti-etichette. Per Paolo De Castro, eurodeputato del Pd «ancora una volta ci troviamo di fronte al tentativo di alcuni Paesi nord-europei di demonizzare settori che rappresentano un patrimonio della nostra cultura e tradizione eno-gastronomica, con richieste paradossali che peraltro mettono a serio rischio il funzionamento del mercato unico europeo, con i nostri produttori che si troverebbero a dover rispettare norme di etichettatura differenti da un Paese Ue all’altro». Mente per Azione, «la decisione della Commissione europea di consentire all’Irlanda di mettere sul vino l’etichetta “L’alcol uccide“, come si fa con il tabacco, è irresponsabile, perché essa ostacola il mercato unico e penalizza i produttori di vino».

Cosa, come e quando

La normativa irlandese cui la Commissione Ue ha dato silenzio-assenso si applicherebbe, contrariamente a quanto lasciano intendere le dichiarazioni di Zaia, non al solo vino – tanto meno solo a quello italiano – ma a tutte le bevande alcoliche. Lo scorso giugno l’Irlanda aveva notificato alla Commissione l’intenzione di adottare tale normativa: scaduto il periodo di sei mesi per opporsi al progetto, Dublino potrebbe ora procedere con il relativo iter legislativo. In un procedimento legislativo separato, legato al Piano Ue contro il cancro, Il Parlamento europeo aveva espresso lo scorso febbraio posizione contraria all’etichettatura con avvertenze sanitarie sulle bottiglie, acconsentendo invece alla raccomandazione di consumare le bevande alcoliche – compresi birra e vino – con moderazione.

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