Gli inquirenti milanesi stanno indagando per arrivare a scoprire chi ha sostituito con un falso il diamante del valore stimato di circa 3 milioni e mezzo appartenente alla figlia dello storico fondatore dei supermercati Esselunga. Stamani, venerdì 13 gennaio, negli uffici della procura di Milano è stata sentita proprio Violetta Caprotti, accompagnata al Palazzo di Giustizia dai suoi legali, come testimone e denunciante. Il fascicolo – aperto dalla primavera scorsa – allo stato attuale risulta a carico di ignoti e si indaga anche per sapere se si sia trattato di una truffa o di un furto. Da quanto si apprende dagli inquirenti, Caprotti – figlia di Bernardo, morto nel 2016 – avrebbe portato il diamante, incastonato in un anello, dal rivenditore dove era stato acquistato in passato per far sostituire la montatura della pietra. Durante il lavoro, però, i responsabili del negozio si sarebbero accorti del falso e avrebbero subito contattato la proprietaria del diamante. L’indagine, coordinata dal pool truffe e condotta dalla polizia giudiziaria della Procura di Milano, sarebbe nata proprio da un contenzioso tra Violetta Caprotti e il rivenditore che, tuttavia, ha sempre affermato che quella pietra fosse arrivata in negozio già falsa.
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