Sono scesi in strada, ancora, per protestare contro il governo di destra guidato da Benjamin Netanyahu e l’annunciata riforma del sistema giudiziario. Per questo oggi, sabato 21 gennaio, in piazza a Tel Aviv c’erano circa 100mila manifestanti – secondo le stime delle forze dell’ordine -, tornate in strada per il terzo sabato consecutivo. La manifestazione si svolge sia in piazza Habima, sia lungo il viale Kaplan, dove si trovano gli edifici del ministero della Difesa. Ma anche in altre città migliaia di persone hanno manifestato per le stesse ragioni, circa 6mila ad Haifa e 2mila a Gerusalemme. Al centro della protesta, la riforma voluta dalla maggioranza al governo che indebolirebbe i poteri e l’autonomia dell’Alta corte, che ha funzioni sia di Corte costituzionale sia di Cassazione. La nuova normativa limiterebbe la capacità dell’Alta corte di esaminare la possibilità che una legge violi le leggi basilari, e nel caso in cui bocci una legge del parlamento, successivamente la Knesset a maggioranza semplice potrà forzarne l’approvazione. Per quanto riguarda la nomina dei giudici, la commissione incaricata della procedura passerà da 9 a 11 membri, sette dei quali nominati dall’esecutivo. «Questa è una manifestazione a sostegno di Israele. La gente venuta qui vuole difendere la democrazia, i suoi tribunali, l’idea di coesistenza ed il benessere comune. Non molleremo», ha scandito dalla piazza il leader di opposizione Yair Lapid.
Foto di copertina: EPA/ABIR SULTAN | Manifestazione a Tel Aviv, 14 gennaio
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