Le donne di Matteo Messina Denaro: l’ipotesi di un’amante abituale e quella di una «vecchia fiamma» dal passato

L’indagine punta su una delle persone che ha avuto una relazione con ‘U Siccu: sequestrati appunti e documenti. Intanto riemerge una vecchia storia dagli anni Ottanta

«Non avevo idea della sua identità. Non potevo sapere che fosse Matteo Messina Denaro». La donna che ha avuto negli ultimi mesi una relazione con l’ultimo dei Corleonesi parla con gli inquirenti. Si presenta spontaneamente. Dice che con lui si è vista fino a pochi giorni prima dell’arresto. Ne parla come di un uomo gentile e attento. È stata con lui nell’appartamento di vicolo San Vito o via Cb/31. E chiude: «Non sapevo che fosse il boss. L’ho appreso dalla televisione». Ma qualcosa non torna nel suo racconto. E intanto altre due donne sono state sentite come persone informate sui fatti. Si tratta di una commerciante che è anche proprietaria di una Porsche e di una casalinga. Nessuna delle due sembra aver avuto davvero a che fare con ‘U Siccu. Ma c’è anche un’ipotesi molto suggestiva che gira a Campobello di Mazara. Una delle tre sarebbe una vecchia conoscenza del Padrino. Che risalirebbe addirittura a prima della latitanza.


Gli abiti femminili nel covo

Gli inquirenti cercavano una donna dalla scoperta degli abiti femminili nel covo del boss. Il sospetto è che non ci sia soltanto un’amante: visto che il sistema di comunicazione di Messina Denaro prevedeva l’uso di fiancheggiatori come postini, il sospetto è che qualcuna sia stata utilizzata proprio per questo. Dopo la perquisizione in casa dell’amante sono stati sequestrati appunti e documenti. Il boss ha sempre usato messaggi cifrati per parlare con l’«organizzazione». Intanto i vicini di casa raccontano ai giornali la loro verità: «Una donna non l’abbiamo mai vista qui, nell’atrio del condominio. Per il resto, appariva una persona affabile e cordiale. Un giorno, mi disse di essere un medico in pensione. E aggiunse: “Sono davvero contento di avere dei vicini così bravi e gentili”». La moglie aggiunge: «La Giulietta che ho visto in tv era spesso qui davanti a casa. Una volta, lui era al volante e mi salutò facendo un gesto con la mano». Gli inquirenti cercano anche un altro covo. Che Messina Denaro forse utilizzava esclusivamente per gli incontri galanti.


La sfilata dei testimoni

Il Corriere della Sera racconta oggi che la donna del boss non è l’unica a essersi rivolta agli investigatori in questi giorni. Nei due cellulari sequestrati sono stati trovati molti numeri di telefono. Sono contatti con persone che Messina Denaro ha frequentato nell’ultimo anno. Quello vissuto quasi da uomo qualunque malato di tumore e pronto alla chemioterapia. Risalire alle identità degli interlocutori del capomafia non è difficile. Perciò in molti hanno deciso di anticipare le mosse degli investigatori. Per riferire delle frequentazioni brevi o lunghe, occasionali o necessarie con il Padrino. La terza donna identificata, però, è anche amica di Andrea Bonafede. Ovvero «l’uomo d’onore riservato» che faceva da Golem a Messina Denaro, prestandogli l’identità e aiutandolo nella latitanza. «In paese ci si conosce tutti», si è giustificata lei secondo quanto riportato oggi da Repubblica. Ma è una versione che gli inquirenti ritengono poco credibile. Anche perché hanno trovato cinque carte d’identità intestate ad altri ma con la sua foto. E intanto hanno indagato Antonio e Vincenzo Luppino, figli dell’agricoltore Giovanni. E Alfonso Tumbarello, il medico massone del boss.

Le altre due donne ascoltate dagli inquirenti sono una signora dai capelli neri e lunghi e una donna con i capelli biondi e corti. Una delle due è proprietaria di un’auto da 70 mila euro che però, secondo i parenti, avrebbe acquistato qualche tempo fa sfruttando un’occasione. Di mestiere è una piccola imprenditrice. L’altra è una commerciante. E un’impiegata comunale quasi coetanea delle due ha raccontato nei giorni scorsi al Corriere della Sera un dettaglio forse importante. Ovvero che potrebbe essere in qualche modo una vecchia conoscenza del boss: «Alla fine degli anni Ottanta andavamo tutti a ballare al Blues, un locale di Campobello che ormai non c’è più. Il biglietto d’ingresso costava tanto, 40 mila lire. Lui entrava coi suoi cappotti lunghi, gli stivaletti, sempre elegantissimo. Poi restava in disparte con la sua comitiva, non dava confidenza a noi del popolo». Lo vedevano arrivare su una Porsche bianca, una delle tre auto che ha avuto Messina Denaro prima della latitanza.

Cherchez la femme

Secondo il racconto dell’impiegata Messina Denaro all’epoca rispetto a loro «era molto più grande di età. Però dicevano fosse innamorato pazzo di lei. Chissà, magari 30 anni dopo lui l’ha reincontrata in paese e l’ha riconosciuta». Uno dei rapporti più conosciuti di Diabolik è quello con Andrea Haslehner, cittadina austriaca che lavorava alla reception del Paradise Beach di Selinunte. E risale al 1988. Per lei all’epoca ha fatto uccidere Nicola Consales, direttore dell’hotel a cui non piacevano «quei quattro mafiosetti» che lo frequentavano. Dopo ce ne sono state altre e i tempi in ogni caso non combacerebbero. La ragazza, poliglotta, anni dopo si specializzerà in Germanistica e Romanistica. Insieme a Matteo andrà in vacanza a Forte dei Marmi e Rimini nel 1992, ovvero proprio l’anno delle stragi. Secondo lei la relazione con Ari si è interrotta con la latitanza. Secondo gli inquirenti è andata avanti almeno fino al 1994. Quando il rapporto trai due finisce ai poliziotti dirà «A me Matteo sembrava un ragazzo simpatico, come tanti altri. Forse un po’ vivace».

Foto copertina da: Antimafia2000

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