Bambole decapitate e atmosfera horror, critiche social per il progetto di Madonna con John Galliano: «Cattivo gusto» – Il video

Il video, pubblicato sul profilo dello stilista John Galliano, è stato criticato da molti utenti. E c’è chi menziona un nuovo caso Balenciaga

Il caso Balenciaga dovrebbe aver insegnato qualcosa al mondo della moda: che si può finire al centro delle polemiche social in uno schiocco di dita, per esempio. Ma anche che alludere a infanti sgozzati per le proprie campagne potrebbe non essere un’ottima idea. La lezione non sembra tuttavia arrivata alle orecchie di John Galliano, lo stilista a capo di Maison Margiela, già celebre per le sue sfilate-spettacolo da Dior. Nelle ultime ore infatti sul suo profilo Instagram è apparso un video che annunciava un «Progetto artigianale speciale» di Maison Margiela con il duo di fotografi Luigi & Iango, per Vanity Fair Italia. Protagonista della campagna: una Madonna che si scatena e ammicca alle telecamere indossando una gonna composta dalle teste decapitate di alcuni bambolotti, indossando un cerchietto formato da occhi. La pop-star si agita in una sala grigia, tra altre suggestive comparse: una modella irrigidita con un paio di forbici conficcate nel collo, un’altra vestita di rosso dal volto coperto.


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Il progetto

La performance rientra nell’ambito di un progetto recentemente annunciato da Vanity Fair: una nuova collaborazione europea che coinvolge Italia, Francia e Spagna per The Icon issue. L’iniziativa annuale, spiega il sito della testata, ha l’intenzione di «superare i confini dell’editoria, diventando un progetto artistico che comprende una mostra, uno short movie, una collaborazione tra moda, arte e design e una performance di urban art». Madonna, la prima protagonista selezionata per questa nuova avventura, ha partecipato ad uno shooting di due giorni insieme a più di 80 talenti, indossando, tra gli altri, abiti di Gucci, Dolce & Gabbana, Jean Paul Gaultier. E, per l’appunto, di Maison Margiela. Galliano aveva commentato: «La carriera di Madonna ha una dimensione biblica, una portata universale. La prima volta che l’ho vista era già ispirata, senza paura, con integrità e orgoglio artistico».

Le polemiche

Eppure il frutto di questo lavoro, a molti utenti social sprovvisti di una simile «ispirazione», è sembrato di cattivo gusto. In tanti, infatti, hanno lasciato commenti perplessi o infastiditi sotto la clip dall’atmosfera onirica. «Qual è il gusto di usare i bambini nelle loro campagne??? Perché???», si chiede uno. «Perché ci sono bambini sulla zona inguinale di Madonna? Questa tendenza è molto preoccupante», fa eco un altro. E ancora: «Disturbante. Questa sarebbe moda? Sembra più un film horror con nonna Madonna». L’artista, del resto, è proprio la massima espressione dello star system che i complottisti dipingono spesso come una cabala di satanisti e pedofili. E la teoria torna anche stavolta: qualcuno scrive che la regina del pop «è stata accusata di traffico di minori», qualcun altro che lei stessa avrebbe ammesso di essere andata a letto con un bambino. Ma c’è anche chi domanda semplicemente: «Non avete imparato nulla dal caso di Balenciaga?».

I precedenti

Balenciaga infatti ha dovuto affrontare una tempesta mediatica lo scorso dicembre, a causa di due campagne che hanno sollevato con insistenza sospetti di pedofilia. In una, alcuni bambini stringevano borse che sembravano orsacchiotti in tenuta da bondage, circondati da vari oggetti, tra cui collari, nastro adesivo e passamontagna, e persino bicchieri di vino vuoti. In un’altra, sul set faceva capolino un documento che sembrava riferirsi a una decisione della Corte Suprema sulle leggi sulla pornografia infantile. Entrambe le circostanze, notate e denunciate sui social, avevano scatenato la bufera sul marchio, costringendo il direttore creativo Demna Gvasalia a pubblicare un messaggio di scuse. Ma che il genio non vada di pari passo solo con la sregolatezza, ma anche con le figuracce, sembra dimostrarlo anche il caso di Galliano. E non solo per l’opinabile estetica del video incriminato. Il designer, infatti, ha lavorato per quindici anni da Christian Dior. Prima di essere licenziato per un video, diventato famoso, in cui sotto i fumi dell’alcol pronunciava delle invettive razziste e antisemite contro i clienti di un bar parigino. L’«incidente» gli era costato, oltre al posto di lavoro, anche un processo per le accuse di razzismo e antisemitismo.

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