«L’Italia Paese leader dello tsunami demografico»: il ritratto senza sconti del «New York Times»

Il quotidiano americano spiega come il nostro Paese soffra di due problemi intrecciati tra loro: il calo della natalità e la crescita degli anziani. Ma qualche esempio virtuoso e sperimentale c’è

L’Italia non è un paese per bambini. La popolazione invecchia sempre di più e a un ritmo che ha ineguali in Occidente. Così il New York Times racconta a firma del capo dell’ufficio di corrispondenza di Roma, Jason Horowitz, come il nostro Paese stia diventando il simbolo del declino occidentale. Un triste primato che si inserisce in una tendenza demografica globale già avviata e che gli esperi definiscono «tsunami d’argento». Non solo la popolazione invecchia. Si fanno anche sempre meno figli. Il tasso di natalità italiano è tra i più bassi in Europa. Dati che hanno portato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a evidenziare a più riprese la necessità di invertire rotta. Questo mese il governo ha, infatti, approvato il Patto per la Terza Età. Un provvedimento che mira a potenziare l’assistenza domiciliare e scongiurare così il “parcheggio” degli anziani nelle strutture sanitarie e prevede un pacchetto di interventi di prestazioni socio-sanitarie, incentiva nuove forme di co-housing, prevede più servizi e ausili per le situazioni di maggiore fragilità e presta particolare attenzione ai caregiver. «Questo è il riconoscimento che l’assistenza a lungo termine è una politica di welfare», spiega Cristiano Gori che dirige il Patto per un nuovo welfare sulle persone non autosufficienti, l’organizzazione ombrello che ha sostenuto la legge. Gori riferisce che il grande tema sono proprio i finanziamenti: «Il problema principale è che non ci sono i soldi».


I ritardi del nostro governo

Giorgia Meloni da sempre ha fatto una priorità della questione della natalità. Ma – scrive il Nyt – «il governo ha già ritardato un programma di costruzione di nuovi asili nido finanziato con 3 miliardi di euro di fondi di recupero dell’Unione Europea». E nonostante i miliardi di euro stanziati dall’Ue, il nostro Paese ha infatti ritardato la data di inizio di 1.857 asili nido e 333 scuole materne, la maggior parte nel sud. E se non si inizia la costruzione entro l’ultima scadenza, ovvero giugno 2023, si rischia di perdere i finanziamenti.


L’esempio virtuoso di Piacenza

In alcune regioni del nostro Paese si è tentato di intervenire sul disastro demografico prolungando il periodo in cui le persone anziane possono lavorare, essere autosufficienti e contribuire, senza essere un peso finanziario per la società. Ad esempio, una casa di riposo di Piacenza ha portato alcuni bambini nel centro che cucinano, mangiano e svolgono diverse attività con gli anziani della strutture. Attività interrotta con il Covid e poi ripresa. Che ha raccolto l’interesse del mondo accademico, con diverse tesi sull’approccio e l’efficacia di far intrecciare bambini e anziani.

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