Turchia, la terra non smette di tremare: nuova scossa di magnitudo 4.8. Oltre 3.700 vittime. L’Ingv conferma: c’è stato tsunami nel Mediterraneo

Migliaia di persone ancora intrappolate sotto le macerie. «È Il più grande disastro per il nostro Paese dal 1939», ha detto il presidente turco Erdogan, che ha proclamato sette giorni di lutto nazionale

Cresce di ora in ora il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito a partire dalla notte tra domenica e lunedì la Turchia e la Siria. Le autorità dei due Paesi parlano ora di almeno 3.760 morti. Il governo turco ha accertato la morte di almeno 2.316 persone, quello siriano di almeno 1.444 suoi cittadini. Ma il bilancio pare destinato a salire ulteriormente a mano a mano che proseguono le ricerche sotto le macerie. Secondo Usgs, il sito governativo americano sul monitoraggio sismico, il bilancio finale della tragedia potrebbe essere molto più pesante e arrivare a toccare quota 10mila vittime. La scossa di terremoto più forte, di magnitudo 7.9, ha scosso la terra nel sud della Turchia a una profondità di 10 km alle 3:17 ora locale (le 2.17 in Italia). Il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep, ed è stato avvertito da decine di milioni di persone: oltre che in Siria, anche in Libano, Grecia, Israele e Cipro. Una seconda potente scossa di terremoto, di magnitudo 7,5, ha colpito il sudest della Turchia circa nove ore più tardi, alle 11.24 ora italiana. Una terza scossa di terremoto si è verificata infine nella serata di lunedì, alle 22.15 ora italiana, misurata ad una magnitudo 4.8.


Una settimana di lutto in Turchia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha detto che si tratta del disastro più grande registrato nel Paese dal 1939, e ha decretato sette giorni di lutto nazionale: a partire da questa sera stessa e sino al 12 febbraio tutte le bandiere nel Paese sventoleranno a mezz’asta. Il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha affermato che il terremoto è stato mille volte più forte rispetto a quello che nel 2016 ha colpito Amatrice e 30 volte più forte rispetto a quello dell’Irpinia del 1980. Il drammatico conteggio dei morti e dei feriti, costantemente in aggiornamento, sembra dimostrarlo. Solo in Turchia, secondo il bilancio che continua a salire, le morti certificate sarebbero più di mille e cinquecento: lo ha fatto sapere l’agenzia per i disastri e le emergenze turca Afad, come riporta Anadolu. Mentre sono almeno 2.824 gli edifici crollati. Al bilancio turco si aggiunge poi quello delle vittime registrate in Siria, che sarebbero almeno 810. Sky News, citando i dati delle autorità di Ankara e Damasco, parla di un bilancio complessivo di circa 2.500 vittime. I feriti nella sola Turchia sarebbero almeno 7.600, 1.280 in Siria.


L’allerta tsunami nel Mar Mediterraneo

Questa mattina, a seguito della prima violentissima scossa in Turchia, la Protezione Civile italiana ha diramato un’allerta tsunami per il nostro Paese, raccomandando «di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali». L’allarme è stato successivamente «ridimensionato» e poi è del tutto rientrato. Ma ciò non significa che l’allerta non fosse fondata: anzi. Come ha chiarito nelle ore seguenti l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, «l’analisi dei dati del livello del mare ai mareografi più prossimi all’epicentro ha mostrato l’effettiva presenza di uno tsunami nel Mar Mediterraneo orientale. Per questo motivo il CAT ha diramato un secondo messaggio (di conferma), che indica appunto che uno tsunami si era effettivamente prodotto». Sebbene l’epicentro del terremoto sia avvenuto ad oltre 80 km dalla costa, ha precisato l’Ingv, l’estensione della faglia per un evento di questa magnitudo (stimata in circa 200 km) ha portato alla deformazione del fondale marino, con conseguente tsunami.

La registrazione del mareografo di Iskenderun, posto vicino all’epicentro, in cui si vede il segnale dello tsunami. Il mareografo ha poi smesso di funzionare (Ingv)

Haluk Özener, direttore dell’istituto di ricerca turco Kandilli, ha detto che quello della scorsa notte è «il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione». Secondo le stime di Özener, nel Paese sono state avvertite 100 scosse di assestamento – di cui circa la metà sopra i 4 gradi della scala Richter – e «possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni».

Cos’è l’allerta tsunami

Il maremoto consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa. Specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato le tre maggiori scosse alle 2:28, 2:36 e 2:58 ora italiana con magnitudo rispettivamente 5.6 (rivista al ribasso da 6.7), 5.2 e 5.

Gli Usa: «Pronti ad aiutare»

Gli Stati Uniti sono «profondamente preoccupati per il terremoto distruttivo» che ha colpito Siria e Turchia e sono pronti a fornire «tutta la necessaria assistenza», ha fatto sapere in una nota il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan. Il presidente Joe Biden ha dato istruzioni all’agenzia per gli aiuti Usaid e agli altri partner del governo federale per valutare la risposta degli Stati Uniti per aiutare quanti sono più colpiti. Su Twitter, ha espresso il suo cordoglio: «Sono profondamente rattristato dalla devastazione causata dal terremoto in Turchia e in Siria. Ho detto alla mia squadra di continuare a monitorare la situazione, coordinarsi con la Turchia e fornire tutta l’assistenza necessaria».

Anche l’Italia ha offerto il suo contributo, secondo quanto annunciato da Tajani: il ministro degli Esteri ha affermato che Ankara «ha accettato l’aiuto del team di ricerca e soccorso italiano dei vigili del fuoco. Alle 14.15 è partita la squadra di ricognizione della nostra Protezione civile».

Leggi anche: