Lo yogurt con il miele mangiato da Alfredo Cospito dopo gli integratori: «Non vuole morire al 41 bis»

Ma l’anarchico non ha interrotto lo sciopero della fame. Attesa per il parere del Comitato di Bioetica

L’anarchico Alfredo Cospito ha ripreso a mangiare. Oltre agli integratori, ha accettato di alimentarsi con dello yogurt e del miele. Due giorni dopo il trasferimento dal centro clinico del carcere di Opera all’ospedale San Paolo di Milano i valori degli elettroliti nel sangue sono già in risalita. Ma Cospito non ha interrotto lo sciopero della fame. Fonti vicine alla vicenda spiegano all’agenzia di stampa Agi che lo yogurt è un alimento proteico che può aiutare l’organismo a resistere a un digiuno così lungo. In vista dell’udienza della Cassazione del 24 febbraio. A cui Cospito non parteciperà ma che è diventata uno snodo cruciale dopo che il procuratore generale ha chiesto di rivalutare dall’inizio, con una nuova richiesta al Tribunale della Sorveglianza, se esistano i presupposti per applicargli il 41 bis.


Le udienze

Intanto la Corte Costituzionale ha inserito nel registro delle questioni pendenti l’ordinanza della Corte d’Assise d’appello di Torino sulle attenuanti per l’attentato del 2006 alla caserma dei carabinieri di Fossano. L’avvocata Caterina Calia ha detto al Corriere della Sera che il suo assistito è «molto provato, pallido e magrissimo. Mi ha detto che non vuole suicidarsi, ma lottare contro il 41 bis». Dalla decisione della Consulta dipende la pena di Cospito. La differenza è tra l’ergastolo e una pena tra i 20 e i 24 anni di reclusione. In primo grado e in appello lui e la compagna Anna Beniamino sono stati condannati per strage comune. Cospito a 20 anni di carcere e Beniamino a 16 . Ma la Cassazione ha dato ragione alla procura generale di Torino, riqualificando il reato come strage politica, punito con l’ergastolo: di qui il rinvio degli atti alla Corte d’assise d’appello per la rideterminazione della pena.


La costituzionalità della pena

Sono stati i giudici dell’appello a investire la Consulta dubitando della costituzionalità del quarto comma dell’articolo 69 del codice penale modificato dalla ex Cirielli. Che per il reato di strage politica non consente al giudice di ritenere prevalente la circostanza attenuante dei fatti di lieve entità in casi, come quello di Cospito, di recidiva aggravata. Il giudice deve applicare la pena nella sua interezza. Secondo la Corte d’assise d’appello di Torino questa norma è in contrasto con più principi , tutelati dagli articoli 3, 25 e 27 della Costituzione. Giovedì intanto su richiesta del ministro della Giustizia Carlo Nordio si esprimerà il Comitato Nazionale di Bioetica. Via Arenula ha chiesto un parere al Cnb: può il detenuto fare il testamento biologico? Si può intervenire con nutrizione forzata nei suoi confronti?

Il Comitato Nazionale di Bioetica e Cospito

A titolo personale intanto risponde al quotidiano Lorenzo D’Avack, ex presidente del Cnb, professore emerito di Filosofia del diritto. «Noi non trattiamo i casi singoli, oltretutto di contenuto tecnico. Ci esprimiamo su questioni generali di carattere etico. Non è mai successo diversamente. Sono perplesso», premette. E poi: «Tutti hanno diritto di rifiutare una cura, anche se salvavita. La legge non prevede inoltre che debba essere dichiarato il motivo della rinuncia. Sia che dipenda da condizioni di salute ritenute non sopportabili sia da finalità politiche, non si è obbligati a spiegare perché. Basta essere capaci di intendere e di volere e allora nessuno può interferire».

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