Firenze, oltre mille alloggi Airbnb in mano a 20 aziende: «Serve una legge nazionale per regolare gli affitti turistici»

Marras, assessore toscano al Turismo: «Regioni e comuni non hanno armi a disposizione, intervenga il governo»

Era nata come piattaforma che permetteva ai piccoli proprietari di abitazioni di mettere a disposizione dei turisti la seconda casa o una camera da letto. A Firenze, invece, gli affitti brevi di Airbnb sono ormai nelle mani dei giganti del settore immobiliare. Lo rivela il portale Inside Airbnb, che mostra come appena 20 host controllino 1.101 appartamenti del capoluogo toscano, circa il 10% del totale. I primi tre della classifica ne controllano rispettivamente 169, 109 e 102, quasi tutti nel centro storico. Dal portale si nota inoltre come soltanto il 33% degli host metta sul mercato un solo appartamento. A gestire il maggior numero di abitazioni è Homes in Florence, che per il feed di Airbnb ha scelto un nome più accogliente: «Edoardo e Michela». Anche se si tratta di veri e propri alberghi diffusi sul territorio, sotto il profilo giuridico queste aziende hanno un regime fiscale e burocratico molto limitato rispetto agli hotel.


«Subito norme più stringenti»

A favorire la concentrazione di proprietà nelle mani di poche aziende è stata anche la pandemia, con i grandi host che hanno potuto rilevare gli appartamenti dei piccoli proprietari che non riuscivano più a mantenerli. Il Corriere Fiorentino rileva poi come il ritorno del turismo di massa sia coinciso con un boom degli appartamenti corvertiti a Airbnb: da 7.500 ai quasi 11mila attuali. La concentrazione di potere nel settore immobiliare ha fatto crescere i prezzi degli affitti in tutta la città. Di fronte a questo fenomeno, però, sia i comuni che le regioni possono fare ben poco. Da qui l’appello al governo per una nuova legge nazionale. «Lo Stato ha legiferato e ha imposto a chi ha tanti appartamenti di diventare impresa, con condizioni più stringenti, come l’obbligo della cedolare secca e di segnalare gli ospiti, ma comunque molto distanti da quelle imposte agli hotel», spiega l’assessore toscano al Turismo, Leonardo Marras, al Corriere. «Serve una legge nazionale – aggiunge l’assessore -. Altrimenti noi non abbiamo armi». Sulla stessa linea anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, che aveva ipotizzato anche di lanciare una legge di iniziativa popolare per difendere le città d’arte dai turisti. «Entro metà marzo inviterò tutti i parlamentari eletti nell’area fiorentina per discutere di tutto quel che serve alla città», annuncia il primo cittadino di Firenze. «Saranno due i temi principali – spiega Nardella -: le riforme che servono per portare avanti i progetti del Pnrr e la legge per concedere ai Comuni la possibilità di regolare gli affitti turistici».


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